“Le mestruazioni non sono un lusso”

Attualità | 22/4/2021

Sono una sorta di appuntamento fisso per ogni adulta, il passaggio dall’essere bambina al diventare donna; poi ancora un segnale che sancisce l’inizio di una nuova era come mamma, e più avanti ancora quello che indica il termine della fertilità. Se ne parla spesso, e molte volte in maniera sarcastica, forse per esorcizzare quel fenomeno fisiologico che ancora spaventa molti uomini e crea imbarazzo fra molte donne; ma chi pensa realmente a loro? E chi pensa a chi non può permettersi di comprare quei prodotti necessari per trascorrere in serenità il “periodo”? La risposta arriva da Julia Dalsant, cofondatrice dell’Infocafé femminista di Merano, che ha avviato una campagna per la raccolta di prodotti per il ciclo mestruale per chi non può permetterselo.

È iniziato tutto per caso, da un’idea buttata lì fra amiche, poi il progetto di raccolta di articoli di igiene mestruale ha riscosso quel successo che si meritava, e da Merano oggi sta prendendo piede in tutta la provincia: “Non ce l’aspettavamo, è andato tutto così in fretta che non ci siamo neanche rese conto della portata di questa azione”, spiega con modestia Julia Dalsant, una delle prime promotrici.

Julia Dalsant, quando è nato questo progetto?
Più o meno in concomitanza con la fondazione dell’Infocafé Femminista: era il 2019, e con un gruppo di amiche che frequentano il club Est Ovest abbiamo deciso di formare questo collettivo. Non avevamo le idee chiare, abbiamo iniziato ad incontrarci una volta al mese per parlare di tutto senza barriere; dopo un piccolo periodo di rodaggio abbiamo compreso che questi nostri incontri rappresentavano una sorta di luogo sicuro in cui noi donne (ma non solo) potevamo esprimerci in libertà; ancora oggi ci troviamo e parliamo a ruota libera senza prefissarci alcuno schema: di fatti semplici, di esperienze personali, ma anche di violenza, di problemi che affrontiamo nella nostra quotidianità, come quando si esce da sole, per esempio. Poco prima delle elezioni comunali, un anno fa, abbiamo poi deciso di mettere in piedi una campagna per esortare gli elettori a votare di più per le donne: un’iniziativa senza colore politico, senza ideologie particolari, volta solo a voler aumentare la rappresentanza femminile nel mondo della politica. Crediamo di essere riuscite nel nostro intento, ne abbiamo gioito, così abbiamo compreso che potevamo e dovevamo iniziare a creare qualcosa di tangibile.

È stato quello il momento in cui avete pensato alla campagna per i prodotti mestruali?
Non esattamente, tutto è accaduto alcuni mesi fa. Avevo letto un articolo online sulla difficoltà delle donne che vivono per strada quando hanno il ciclo e quanto sia difficile per loro gestire questa cosa: non sai dove dormi, hai male, non hai gli antidolorifici, non puoi farti la doccia, non ci sono ovunque dei bagni pubblici, eccetera. Oltretutto stiamo vivendo nel mezzo di una pandemia, la situazione finanziaria per tante famiglie è difficile, non solo per le senzatetto: da qui l’idea di lanciare la raccolta.

Volevamo organizzare una raccolta di prodotti mestruali per le donne del meranese, ma il successo dell’iniziativa ci ha portato a caprire una zona molto più vasta.



Come vi siete organizzate?
Abbiamo innanzitutto  chiesto la collaborazione del servizio giovani –  Jugenddienst di Merano e del Museo delle donne; si sono dimostrati da subito molto entusiasti, hanno accettato e hanno sistemato un contenitore di cartone davanti alle loro sedi: qui le persone possono donare i loro prodotti. Una volta a settimana passiamo, li ritiriamo e poi li portiamo al Centro diurno Plus, che si occupa delle persone che vivono per strada.
L’intenzione iniziale era di portare avanti questa iniziativa per il mese di marzo, ma poi abbiamo iniziato a “sconfinare” a Bolzano, donando i prodotti al progetto “Dorea”  e allo “Spazio autogestito 77”; i cittadini si sono rivelati addirittura più generosi del previsto, così ci sono arrivate proposte di collaborazione anche da Bressanone e dalla Bassa Atesina: non ci potevamo credere…

Come si può collaborare all’iniziativa?
Oltre a quei due punti di raccolta, il sabato mattina a Merano siamo presenti al banco alimentare del centro Kimm di Maia Bassa. Abbiamo allestito uno stand con i prodotti mestruali, e ognuno può ritirare ciò di cui ha bisogno. È un momento molto speciale e intimo: arrivano molte donne con cui si può parlare liberamente, ma anche tanti uomini, padri e mariti.

Le mestruazioni oggi sono ancora un tabù?
Sì, questa esperienza mi ha insegnato che parole come “mestruazioni”, “ciclo” o “prodotti mestruali”, vengono pronunciate ancora con grande diffidenza e imbarazzo. Ci sono ancora moltissime donne che si nascondono durante il ciclo, ma moltissimo è cambiato da quando ero ragazza io. 

Qual è il rapporto delle ragazze di oggi con il ciclo?
Poco tempo fa abbiamo inviato un questionario a tutte le scuole per comprendere di cosa avrebbero bisogno le ragazze durante il ciclo. Molte di loro hanno risposto che sarebbe bellissimo avere dei prodotti a disposizione nell’ambiente scolastico e si sono rapportate con il questionario in maniera molto sincera.
Ho capito (anche come mamma…) che le giovani donne sono oggi molto più aperte, molto più in gamba di noi alla loro età, non hanno più paura di parlare delle “loro cose”. Ne discutono molto fra di loro, e credo che questo sia dovuto anche dalla maggiore informazione che arriva loro direttamente da internet. 

E ora quale sarà il prossimo vostro passo?
Ci piacerebbe sensibilizzare la popolazione suIl’utilizzo di prodotti sostenibili per l’ambiente. Magari organizzando dei corsi e mettendo in piedi una campagna per spiegare come si usano le coppette mestruali o gli assorbenti di tessuto riutilizzabili, per esempio. I comuni assorbenti hanno un alto contenuto di plastica, e il loro impatto sull’ambiente è pesante. Ma andiamo per gradi: un passo alla volta…

Autore: Luca Masiello

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