Un altoatesino fra i big della musica

Attualità | 24/7/2025

Si è laureato pochi giorni fa in Tecnico del Suono al Conservatorio “Verdi” di Milano ed è solo la ciliegina su una torta succulenta, che negli ultimi anni l’ha visto lavorare con artisti italiani e internazionali. Giuseppe Federico, giovane meranese, di mestiere fa il produttore musicale, lavora principalmente nell’ambito hip hop, rap e trap ed è sempre alla ricerca di un suono personale e riconoscibile. Che lo porterà lontano.

Giuseppe Federico, dai primi passi a Merano fino alla Grande Mela: come nasce un produttore musicale, e di che cosa si occupa, nello specifico? 

Ognuno ci arriva in modo diverso, ma credo che alla base di ogni produttore musicale ci sia una cosa: la voglia di creare musica. Di qualsiasi genere, stile o forma, l’obiettivo è sempre dare vita a qualcosa che parli e faccia emozionare. Nel mio caso il lavoro del produttore è un mix di creatività, tecnica e tanta curiosità: significa comporre, arrangiare, sperimentare con strumenti sia digitali che analogici, e collaborare con artisti, etichette, editori, realtà che organizzano eventi… iInsomma, è un ruolo che sta un po’ a cavallo tra l’artista e il tecnico, e proprio per questo ogni progetto è diverso e stimolante. 

Immagino che con un papà musicista e direttore d’orchestra, in casa sua le sette note devono essere state pane quotidiano…

Assolutamente sì, la musica c’è sempre stata, in modo molto naturale. Mio padre è musicista, ma anche il resto della famiglia ha sempre avuto un legame forte con questo mondo: tra zii musicisti e parenti appassionati, era difficile starne lontano. È un qualcosa che mi ha accompagnato da sempre, anche se poi ho trovato un mio modo personale di viverla, la musica, un modo un po’ diverso da quello a cui erano abituati in famiglia. 

Però il suo strumento è il computer. Come lavora ai pezzi?

Non ho un metodo fisso, ogni pezzo nasce in modo diverso. A volte parto da un suono che mi colpisce o che creo io stesso, e da lì inizio a costruire: melodie, armonie, texture, effetti… Altre volte invece inizio pensando a un’atmosfera che possa funzionare per un artista, ma sempre mantenendo il mio stile. Una parte del mio lavoro oggi è legata soprattutto alla scrittura di melodie, che condivido con produttori in tutto il mondo. Se le trovano interessanti, le sviluppano, completano il beat e le propongono agli artisti con cui lavorano. Ma il mio obiettivo è quello di essere coinvolto in modo sempre più completo nei progetti, dalla prima idea fino alla produzione finale. 

Come è arrivato alle collaborazioni che sta portando avanti?

Tutto è nato grazie a Internet, soprattutto tramite Instagram. Tutte le collaborazioni internazionali a cui ho lavorato finora sono partite da lì. Ho conosciuto produttori da ogni parte del mondo semplicemente scrivendoci o condividendo la musica. In gergo si parla di “networking”, ma spesso poi diventa qualcosa di più: molte di queste connessioni si trasformano in vere amicizie. Incontrare di persona qualcuno con cui hai condiviso progetti e passione solo online è sempre una sensazione speciale. 

Qual è stata finora la sua più grande soddisfazione?

Probabilmente la soddisfazione più grande, finora, è stata riuscire a costruirmi un percorso da solo, partendo da zero dalla mia cameretta a Lagundo. Trovare qualcosa che avesse senso per me, in cui valesse la pena investire tempo, energie, sacrifici, notti. Non è sempre facile, ma riuscirci, con l’aiuto delle persone con cui lavoro e di chi mi sostiene, è quello che mi rende più orgoglioso.

E la più grande emozione?

La più grande emozione, finora, è stata scoprire di avere fornito la base per una canzone con uno degli artisti rap/hip hop più importanti a livello mondiale, che ha segnato davvero l’evoluzione del genere: Roddy Ricch. Ricordo che ero in metropolitana quando ho ascoltato per la prima volta quello che aveva registrato su una strumentale costruita a partire da una mia melodia. Qualche settimana dopo quel brano è uscito ufficialmente nel suo progetto. È stato un momento incredibile, che non dimenticherò. 

E non dimentichiamo la laurea, conseguita a Milano nei giorni scorsi. Qual è il titolo della tesi?

Il titolo della mia tesi è “Box Immersion”. “Box” è il nome del video sperimentale che ho trovato su YouTube e su cui ho deciso di lavorare per concludere il mio percorso triennale in Tecnico del Suono. Ho rimosso completamente l’audio originale e, partendo dal silenzio, ho costruito una nuova dimensione sonora, molto libera e personale. “Immersion” invece fa riferimento al tipo di ascolto che ho voluto creare, pensato per essere riprodotto su otto casse disposte attorno al pubblico, a formare un rettangolo, per un effetto immersivo e spazializzato. 

Se potesse scegliere fra gli artisti internazionali, con chi vorrebbe lavorare? 

Se potessi scegliere, direi sicuramente Future, Travis Scott e Young Thug, che sono in cima alla lista. Poi anche Gunna, Offset, Quavo, Lil Baby, Polo G… ce ne sono davvero tanti con cui mi piacerebbe collaborare. 

Dove possiamo ascoltare qualcosa di suo?

C’è una playlist su Spotify che raccoglie tutti i pezzi che ho prodotto fino ad ora, si chiama “Produced by B3”. Sul mio profilo Genius, B3 Productions, si trovano le tracce a cui ho lavorato, con più dettagli come collaboratori e crediti. E su Instagram (@1prodb3) pubblico spesso aggiornamenti, beats e i progetti a cui sto lavorando, è il modo più diretto per seguire quello che faccio.

Dove si vede Giuseppe Federico fra vent’anni?

Tra vent’anni mi immagino nella condizione di poter viaggiare e fare quello che mi piace, che sia produzione o magari anche altri interessi che nasceranno col tempo, ma sempre legati alla musica o all’intrattenimento. Al momento vivo a Milano e uno dei miei obiettivi è lavorare sempre di più a progetti musicali dal vivo qui in Italia. Allo stesso tempo, so che prima o poi vorrò passare un periodo negli Stati Uniti, anche solo per immergermi davvero in quella scena musicale da cui traggo tanta ispirazione.
E, ovviamente, spero che io, la mia famiglia, i miei amici e le persone che mi stanno accanto possiamo essere tutti in salute. è la cosa più importante. 

Autore: Luca Masiello

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