Un tempo, almeno fino alla metà degli anni ‘80, era una consuetudine ovunque: ci si trovava in piazza, un Supertele dalla traiettoria che sfidava le leggi della fisica, due squadre improvvisate e il più scarso in porta. Non era il punteggio che si cercava, quello che contava era stare fra amici e divertirsi. Ed è esattamente quello che è successo nei giorni scorsi a Bressanone, dove due classi delle scuole professionali si sono “sfidate” in piazza Duomo.
Per una mattinata quello che viene definito “il salotto buono” della città vescovile è tornato indietro nel tempo, quando la piazza Duomo non luccicava di lucine artificiali come una vetrina acchiappaturisti, aveva ancora le sue due aiuole ma soprattutto rispecchiava in pieno il concetto di piazza, vale a dire un luogo che crea socialità, incontro e scambio: ci si lanciava il freesbee, si suonava la chitarra e si giocava a pallone, come in un’altra qualsiasi piazza di paese di un tempo.
Un tempo che è tornato a respirare grazie ad un’iniziativa organizzata nell’ambito di un progetto denominato “Calcio di strada” coordinato dall’Urban artist Simone Ferrarini, capace di creare inclusione, socialità e rete. E in mezzo, una partita di calcio tra scuole in piazza per rafforzare questi valori. È così che gli alunni di una classe della scuola Professionale “Enrico Mattei” di Bressanone e quelli di un’altra classe della scuola professionale “Guglielmo Marconi” di Merano si sono incontrate per dare vita allo spazio pubblico attraverso una partita di calcio popolare.
Una mattinata in cui tutti si sono divertiti, al di là delle proprie competenze calcistiche, della propria passione per lo sport o del proprio talento atletico. E non certo solo gli studenti: un folto gruppo di brissinesi si è fermato ad osservare questa situazione: per una mattinata il calcio di strada si è, dunque, infiltrato nel rapporto cittadino–città, permettendo di vivere lo spazio pubblico come situazione di relazione attraverso il gioco collettivo, che ha un potere trasversale attrattivo verso le diverse comunità, classi sociali, età.
Autore: Luca Masiello