Nicolò Toffanin ha ventun anni, e la sua vita si intreccia indissolubilmente con il tennis, un amore che è nato da bambino e che lo ha portato a conquistare i primi punti ATP, un traguardo che ha reso il suo sogno professionale sempre più concreto. Lontano dal frastuono dei grandi centri sportivi, Nicolò è cresciuto a Laives, ma la sua carriera l’ha portato a esplorare orizzonti sempre più ampi. Oggi andremo ad intervistarlo per conoscere meglio questo giovane talento, che con sacrificio e passione sta costruendo il suo cammino nel mondo del tennis.
Nicolò, raccontaci un po’ di te…
Sono nato e cresciuto a Laives, ma ho frequentato la scuola a Bolzano, prima alle elementari e medie alla scuola privata Marcelline, poi i primi due anni di liceo al Toniolo, con indirizzo scientifico sportivo. Durante gli ultimi tre anni, ho cambiato scuola e sono passato all’Istituto Walther, una scelta che mi ha permesso di allenarmi la mattina e il pomeriggio e andare a scuola la sera, seguendo la mia passione per il tennis.
Come hai iniziato a giocare a tennis?
Ho cominciato a giocare all’età di quattro anni, ai campi di tennis di Laives, che purtroppo oggi non esistono più. A sette anni mi sono trasferito al circolo tennis di Caldaro, dove c’erano più bambini e allenatori. A dodici anni ho deciso di dedicarmi seriamente al tennis e ho conosciuto il Tc Rungg, dove mi alleno tutt’oggi. Credo sia la struttura più completa dell’Alto Adige e tra le migliori d’Italia per l’attività agonistica.
Chi ti ha ispirato a intraprendere questa carriera?
Mio nonno e mia mamma! Entrambi hanno giocato, ma mai a livello professionistico. Sono sempre stati molto vicini a questa disciplina, e credo che siano stati loro a trasmettermi l’amore per questo sport.
Quali pensi siano le caratteristiche più importanti per un tennista?
Sicuramente la forza mentale e la perseveranza. Questo sport richiede molta determinazione, e se non hai una mente forte, rischi di non andare lontano. Poi c’è la parte fisica, che oggi è sempre più determinante. Il talento tennistico arriva infine come un elemento aggiuntivo, ma senza le prime due caratteristiche, non si va lontano.
Hai fatto molta strada in poco tempo. Quali sono i tuoi risultati più significativi finora?
L’anno scorso è stato molto positivo: ho conquistato il mio primo punto ATP, e successivamente altri due. Alla fine dell’anno, ho ottenuto il mio miglior ranking, 1539° al mondo. Questo mi ha dato una grande soddisfazione, e mi ha fatto capire che posso alzare il mio livello di gioco.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Quest’anno mi sono reso conto di aver alzato molto il mio livello di gioco, ma so che ora la sfida è riuscire a mantenerlo costante e a esprimerlo su più partite possibili. Voglio continuare a crescere e a migliorare.
Consiglieresti il tennis ad altri ragazzi?
Assolutamente sì. Il tennis è uno sport che ti insegna molto, non solo sul piano atletico, ma anche nella vita. Ti mette di fronte a sfide che devi affrontare da solo, e questo ti aiuta a sviluppare una grande resilienza. È un’esperienza che ti forma, e credo che ogni ragazzo dovrebbe provarlo.
Hobby al di fuori del tennis?
I miei hobby sono l’hockey, che ho praticato da bambino fino a otto anni, e gli sport automobilistici, una passione che seguo con grande entusiasmo.
Autore: Niccolò Dametto