L’adunata del Battaglione Edolo

Attualità | 14/11/2024

Sono trascorsi vent’anni da quando si chiusero definitivamente quei cancelli e il Reggimento Addestramento Reclute “Edolo”, di stanza nella città del Passirio dal 1953 al 2004, venne sciolto. Nei giorni scorsi un migliaio di penne nere è tornato a Merano per ricordare con grande nostalgia i tempi della naja. 

// Di Enzo Coco

Non erano in divisa, ma il Cappello alpino in testa c’era e c’erano anche quegli occhi curiosi e a volte smarriti di chi rivede una città dopo tanti anni. C’erano anche le famiglie, mogli e figli che quando loro erano reclute alla Caserma Rossi, erano di là da venire. Sono gli ex del Battaglione e poi Reggimento Edolo che – per decenni, fino al 2004 – sono passati per quella caserma di via Palade per svolgere l’addestramento o anche per restarci per tutta la ferma di leva.  

Per un fine settimana li abbiamo visti sciamare di nuovo per le vie della città. Questa volta con i capelli grigi ma l’immancabile penna sul cappello, venuti a Merano per ricordare un anniversario tutto sommato triste, quello della chiusura del loro Reggimento. 

Quelli dell’Edolo, chiamato così dal nome del paese in provincia di Brescia, venivano principalmente da questa zona e dalla Bergamasca. Per celebrare la ricorrenza si è costituito un comitato spontaneo che -in sinergia con la sezione Ana di Bolzano e con il patrocinio del Comune, della Provincia e del Comando Truppe Alpine – ha dato vita all’evento meranese. 

L’esibizione del carosello della Fanfara della Brigata Orobica la sera di sabato e poi domenica la sfilata da piazza della Rena per le vie del centro fino all’ippodromo, sono stati i momenti salienti di questo ritrovo a metà tra il nostalgico e il gioioso. Per gli ex c’è stata anche la possibilità di una brevissima visita proprio dentro la “loro” caserma. A piccoli gruppi moltissimi sono stati accompagnati in quella che era la piazza d’armi con attorno le palazzine del comando, delle camerate e dello “spaccio truppa”, nomi che per i giovani di oggi risuonano strani, ma che per quei commilitoni hanno significato un pezzo di vita. 

Lo “spaccio” era il luogo del ristoro e del rifornimento, una sorta di bar – emporio per la truppa. Qui c’erano anche le cabine telefoniche tanto agognate e si potevano comprare i gettoni a sacchetti perché dalle gettoniere era un problema poterli prendere: servivano molte monete. Poi vennero le schede telefoniche e la cosa migliorò molto. Per loro c’era un signore, un maresciallo in pensione che con grande pazienza e disponibilità si metteva ad un tavolino dello spaccio e distribuiva gettoni e schede a tutti. 

All’ora della libera uscita lasciavano la caserma Rossi e invadevano con allegria e buonumore le vie di Merano e i molti locali pubblici che con la chiusura del reggimento hanno certamente perso buona parte del loro business. Pizzerie, bar, specialmente quelli che avevano i telefoni pubblici per chiamare casa “a scatti” (perché con i gettoni ti dovevi portare dietro il famoso sacchetto), rosticcerie dove comprare da mangiare qualcosa che era sempre meglio del rancio in caserma (ma poi era vero?). 

Molte le voci raccolte tra questi “reduci” speciali, non da una guerra per fortuna, ma dall’aver prestato servizio militare con il cappello d’alpino alla “Rossi”. Potente sentirle direttamente dallo loro voce inquadrando i due QR presenti in questa pagina che vi portano ai due videoservizi realizzati per l’occasione.  La 50ª (detta “la Balda”), la 51ª(“la Veloce”) e la 52ª (“la Ferrea”) con la 110a compagnia mortai hanno sfilato orgogliosamente per la città precedute dia loro vessilli fino all’ippodromo dove si è svolta una sentita cerimonia accompagnata dagli struggenti canti del Coro Alpino Orobica e dalla rispettiva banda che si è prodotta con grande successo anche nel carosello di piazza delle Terme. Un particolare saluto è venuto dal sindaco, il caporale Dario Dal Medico che ha ricordato con commozione il suo servizio militare proprio alla “Rossi” esprimendo un sentimento di affettuoso ricordo ed allo stesso tempo portando il saluto del primo cittadino di Merano alla manifestazione.

LA STORIA

Formato a Milano nel 1886, il Battaglio ne Edolo inquadra tre compagnie, la 50ª , la 51ªe la 52ª. Una parte del battaglione partecipa nel 1896 alla guerra d’Eritrea. Viene inviato nel 1911 in Libia, dove resta fino al 1914; nel 1915 è nella zona del Passo del Tonale, in Val Daone e nella Conca del Montozzo. Nel 1916 opera sull’Adamello e al Tonale e nel maggio 1918 assieme ai battaglioni “Mandrone” e “Cavento” conquista la Cima Presena. Viene inviato nel 1939 in Spagna, ma vi arriva a conflitto concluso. Tornato in Italia partecipa alle operazioni del fronte occidentale e nel 1940 è inviato in Grecia nella zona del Ponte di Perati e gli viene conferita una medaglia d’oro. Nel luglio del 1942 è trasferito al seguito del 5º reggimento sul fronte russo, dove con la “Tridentina” è ingaggiato nella difesa di Bassowka.
Alto è stato il sacrificio in vite umane del battaglione nella fase della ritirata, nelle battaglie di Nikitowka e Nikolajewka, e anche in questo caso riceve una medaglia d’oro. Rientrato in Italia si posiziona in Alto Adige, dove il 10 settembre 1943 viene sciolto, e molti dei reduci vengono fatti prigionieri dai tedeschi e internati in Germania. Il 1º gennaio 1946 rinasce inquadrato nel 6º Reggimento alpini a Brunico e il 15 marzo 1953 ritorna a far parte del 5º Reggimento, della Brigata Alpina Orobica. Composto dalle storiche 3 compagnie, dal 1952 si aggrega la 110ª compagnia mortai. Nel 1975, con la riforma dell’esercito, rimane battaglione indipendente di addestramento reclute della Brigata Orobica. 

Nel 1991, con lo scioglimento della Brigata Orobica, passa alla Tridentina e il 13 settembre 1997 viene elevato a reggimento con la denominazione di 18º Reggimento Addestramento Reclute “Edolo”, nella cerimonia di febbraio 1998 (comandante di reggimento Col. Peratoner e comandante di battaglione T. Col. Schenk). Alle dirette dipendenze del Comando Truppe Alpine, il reggimento inquadra due compagnie, la 50a e 51a, ereditate dal battaglione.
Come per gli altri reggimenti dedicati all’addestramento truppe, le reclute venivano addestrate per un mese, dopo di che avveniva il giuramento in piazza, a Merano, sede del reparto. 

Il 30 settembre 2004 con la conclusione del regime di leva il 18º Reggimento viene sciolto presso la caserma Rossi di Maia Bassa di Merano ed anche il battaglione Edolo dopo 100 anni di storia cessa di esistere, con l’ultimo comandante il colonnello Walter Segata.

Autore: Enzo Coco

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