Come ogni anno il Gymme ha osservato la Giornata della Memoria incontrando Federico Steinhaus. Per l’occasione il dottor Steinhaus, ex presidente della Comunità ebraica di Merano, ha presentato il suo nuovo libro, il diario che il dodicenne Leopold Bermann scrisse fra il 1943 e il 1946.
Gli studenti della 5K del Liceo artistico di lingua tedesca hanno fotografato le Pietre d’inciampo sparse in città e creato una mostra fotografica per la sede di via Verdi e per la sede di via Ottone Huber. Ad ogni foto hanno aggiunto brevi informazioni biografiche affinché questo importante Percorso della Memoria possa essere sempre più conosciuto dai mille studenti dei Licei riuniti.
Il matinée con Federico Steinhaus è stato una importante occasione di conoscenza che studenti e insegnanti hanno colto con grande interesse.
“Storia di un ragazzo ebreo. Diario 1943 – 1946”, edizioni Raetia, il titolo che già Leopold aveva dato al suo diario, reca una prefazione e una postfazione di Federico Steinhaus.
Nella prima spiega la storia della famiglia, della Comunità ebraica meranese e di quelle famiglie che, come i Bermann, contribuirono non poco allo sviluppo economico, turistico e culturale della città. Quindi la ricostruzione degli anni cupi della persecuzione e della deportazione.
Il primo dei Bermann a giungere in città fu Josef che, originario della Moravia, qui ricoprì il ruolo di addetto alla macellazione rituale.
Suo figlio Maximilian si laureò in medicina e aprì il rinomato Sanatorio Waldpark. Il di lui figlio Siegfried studiò agraria all’Università di Perugia con il sogno di raggiungere la Palestina dove rimase un anno. Dal matrimonio di Siegfried con Anna nacque Leopold che, a partire dall’8 settembre 1943 scrisse il suo diario annotando, con gli occhi di un bambino, ciò che gli accadeva in prima persona e ciò che osservava intorno a lui. Il diario inizia proprio con una data chiave, l’8 settembre 1943. A causa delle Leggi razziali Leo non aveva potuto ascoltare il proclama dell’armistizio del generale Pietro Badoglio poiché agli ebrei non era consentito possedere una radio.
Vista la nuova situazione la madre, Leopold e il fratello Rafael decisero di lasciare Merano alla ricerca di un luogo più sicuro. Le pagine proseguono delineando tutto il lungo peregrinare della famigliola in quegli anni fino a Cinecittà da dove Leopold iniziò una nuova parte del diario che ora si intitolava “Il mio diario 24 maggio 1945 Cinecittà Roma” e prosegue fino all’8 marzo 1946.
La presentazione è stata l’occasione anche per una ricostruzione storica della vita dei meranesi sotto le leggi razziali, e la Shoah a Merano e per ricordare quei cittadini meranesi che, denunciati da vicini di casa, ex amici e concorrenti, la mattina del 16 settembre 1943 furono strappati alle loro case e uccisi nei campi di sterminio. Le pietre d’inciampo in città li ricordano.
Autrice: Rosanna Pruccoli