Sono state molte le iniziative che Merano ha dedicato al 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne. Venerdì 24 le vie del centro sono state illuminate dalla fiaccolata per dire no alla violenza di genere, una lunga scia di persone che si sono riunite per dare voce alle donne che non ne hanno più , e manifestare contro questa strage che è necessario fermare con una vera e propria rivoluzione culturale.
La fiaccolata, partita dalla scalinata di Corso Libertà superiore, ha visto centinaia di partecipanti, tra cui anche due classi scolastiche: la 3a TSA delle FOS e la 4a LSU A del Gandhi con la presentazione finale di un progetto svolto in collaborazione con la Rete Antiviolenza.
Il sabato mattina invece è stato dedicato a una campagna di sensibilizzazione attraverso la distribuzione di cartoline realizzate dalle classi 5D/Ku e 5K/Ku dell’istituto Gymme: un progetto ideato e creato graficamente dagli studenti, rivolto agli uomini. Sulle cartoline infatti, appaiono messaggi in cui vengono evidenziati alcuni comportamenti della violenza psicologica di genere, invitando tutti a una riflessione sugli atteggiamenti che assumiamo nella nostra quotidianità nei confronti delle donne.
Inoltre, grazie all’iniziativa delle Poste in cui il 25 novembre è stato rilasciato un francobollo con l’immagine della panchina rossa, Merano ha partecipato con un annullo postale apposito, che potrà essere applicato sulle cartoline della campagna.
Anche la Biblioteca civica, in collaborazione con Soroptimist Merano, ha contribuito a questa giornata inaugurando “Uno scaffale tutto per sé”, un progetto dedicato al mondo femminile che mette a disposizione una raccolta libraria con l’obiettivo di diffondere la cultura della parità di genere e incentivare un cambiamento culturale e sociale.
Ad entrambe le giornate è stata presente la Rete Antiviolenza con un infostand in cui distribuiva materiale informativo per tutte coloro che hanno bisogno di aiuto, che si trovano in condizioni di pericolo o che sono a conoscenza di situazioni di violenza e vogliono aiutare un’amica, una sorella, una collega.
“Il centro antiviolenza dell’Associazione Donne contro la violenza – Frauen gegen Gewalt, che quest’anno ha compiuto 30 anni, è un luogo che definiamo sicuro – afferma Sigrid Pisanu, coordinatrice del centro – Il centro dispone di una consulenza telefonica personale e gratuita al numero 800 014008 h24 per informazioni, consulenza legale e per interventi in situazioni di crisi.
Per allontanare le donne e i loro figli da condizioni pericolose e violente, il centro mette a disposizione degli alloggi protetti in cui vengono assistite e accompagnate in seguito in un processo di reinserimento dopo le dimissioni.
“Come centro antiviolenza ci occupiamo anche di sensibilizzazione e formazione: due dei nostri pilastri che vanno assieme al lavoro politico e di cultura – spiega Pisanu e continua – L’obiettivo principale è quello di continuare a richiamare l’attenzione sul fenomeno e i bisogni delle donne promuovendo una cultura della non violenza. Sviluppiamo molti progetti grazie al sostegno del Comune di Merano, in particolar modo nelle scuole. Un progetto che ha riscontrato maggiore successo è quello denominato “Io dico no”: un’iniziativa rivolta alle ragazze che tramite laboratori e brochure informative vengono sensibilizzate sui vari tipi di violenza, con un focus particolare su quello sessuale, offrendo loro consigli concreti di approccio in relazione a situazioni di difficoltà”.
L’INTERVISTA
Dottoressa Pisanu, quali sono le misure che bisognerebbe intraprendere?
Adesso c’è una percezione emergenziale sul tema della violenza, ma in realtà è sempre esistita. Spero che l’energia che sento adesso e la volontà di fare non si interrompa, ma diventi qualcosa di maggiormente strutturato e integrato. Nelle scuole non ci possono essere solo workshop o progetti di breve durata, ma abbiamo bisogno di più tempo da dedicare ai ragazzi, offrendo loro un percorso di continuità e progettazione. Inoltre, non possiamo chiedere loro un cambiamento senza che noi adulti facciamo da esempio. È necessaria una riflessione su come noi ci poniamo nelle relazioni, su quali sono gli atteggiamenti e i comportamenti che intraprendiamo nelle situazioni più comuni di tutti i giorni, sul posto di lavoro, in famiglia o nell’associazione di cui facciamo parte. Non penso che sia un cambiamento dall’oggi al domani, voglio pensare che ci sia una prospettiva e che gli adulti inizino ad andare oltre gli stereotipi e i pregiudizi con cui sono cresciuti, in modo da superarli.
Come ognuno di noi potrebbe contribuire contro questo fenomeno?
È necessario uscire dall’immaginario dell’individualismo rispetto alla violenza. Ogni nostro comportamento si rispecchia nella società, in quanto non viviamo isolati, ma bensì in una comunità. È essenziale prendere posizione verso quegli uomini che usano qualsiasi tipo di violenza o un linguaggio sessista e irrispettoso, discuterne, farlo notare. È doverosa un’assunzione di coscienza da parte di tutti gli uomini, perché se è assolutamente vero che non tutti gli uomini sono violenti, è altrettanto vero che sono ancora pochi coloro che escono da questo individualismo affermando che così non può andar bene ed è necessario intervenire, mettendo da parte privilegi che la nostra società riserva loro senza nemmeno che essi ne siano consapevoli.
Autrice: Chiara Caobelli