Fin dal 1885, un nuovo dibattito aveva catturato l’attenzione dell’opinione pubblica meranese e degli addetti ai lavori: si era infatti costituito un comitato per la costruzione di un Kurmittelhaus in cui far trovare posto alle attrezzature più all’avanguardia e alla più ampia gamma di terapie scientificamente provate da poter offrire ad una clientela sempre più numerosa e sempre più esigente.
Tuttavia numerosi impedimenti di ordine finanziario, di scelta del terreno e di progetto, impedirono ogni trattativa fino al 29 marzo 1905 quando, sotto la pressione del dottor Emil Rochelt, il più convinto sostenitore del progetto, la Giunta comunale ne decise la costruzione. Fra i progetti presentati, quello che più convinse la commissione preposta, fu quello dell’architetto Max Langheinrich, allievo di Martin Dulfer, l’architetto che, sei anni prima, aveva progettato il Teatro Civico. I lavori dovevano comprendere il riscaldamento, l’impianto elettrico, i mobili, la biancheria per un totale di 650.000 corone, cifra che non si sarebbe dovuta superare per nessun motivo. In realtà le cifre crebbero notevolmente fino a raggiungere il totale di 1.009.704 corone. I lavori vennero finanziati per intero dalla Giunta comunale che poi avrebbe ceduto l’amministrazione della struttura ad una commissione di medici e notabili meranesi. I lavori, iniziati nel marzo del 1906, necessitarono di quindici mesi di tempo e il 28 giugno 1907 furono conclusi ma si attese il 13 ottobre 1907 per la cerimonia di inaugurazione giacché l’estate a Merano era una stagione morta. Tutto ciò che la scienza moderna offriva in campo terapeutico fu individuato e fatto istallare sul posto. Nel sotterraneo batteva il cuore dei complicatissimi marchingegni che davano vita alla struttura per la produzione di acqua calda, vapori, riscaldamento e quant’altro fosse necessario, mentre all’ultimo piano trovavano posto gli appartamenti del personale e degli impiegati oltre che la lavanderia. Tutto l’edificio era illuminato elettricamente e tramite telefono interno o campanelli elettrici si poteva chiamare immediatamente il personale addetto. Il 1° settembre la struttura fu aperta al pubblico, entrando da subito a regime. Essa consentiva una variegatissima gamma di cure, terapie, ginnastica, nuoto a altre attività. Disponeva di un proprio medico, che prestava servizio durante le ore di apertura. Vi erano numerosi reparti come ad esempio il reparto di pneumoterapia, i bagni di aria e luce, le inalazioni, le vasche per i bagni caldi e freddi, la piscina, ecc. Fra tutti però fu forse l’istituto medico-meccanico Zander a rappresentare una novità assoluta. Esso consisteva in una ampia palestra attrezzata di macchinari ginnici creati dal dottor Jonas Gustav Zander, il medico che nella sua città natale, Stoccolma, aveva organizzato un istituto per la ginnastica medica con mezzi meccanici e ideato una numerosa serie di apparecchi ginnici per la cura di diverse infermità caratterizzate da compromissione della funzione muscolare e articolare.
Autrice: Rosanna Pruccoli