Il Sud nelle pennellate di Baldessarini

Attualità | 24/8/2023

Walter Baldessarini fu artista meranese dalla vivacità coloristica tutta mediterranea e dal cuore curioso che lo portò a viaggiare alla ricerca di quegli scorci e di quei paesaggi meridionali dove mare, promontori, vegetazione e luce si fondono. Dall’Italia, attraverso la Grecia e la Turchia, fino al Marocco, alla Spagna e al Portogallo, l’artista ha realizzato le sue opere en plein air.

Walter Baldessarini era nato a Merano, in piena epoca fascista, nel 1936. Era figlio degli antiquari Lina Klotz e Rinaldo Baldessarini dai quali ereditò la passione per la bellezza. Anche se inizialmente la strada tracciata doveva condurlo ad una vita dedicata alla musica, suonava infatti il pianoforte, a 16 anni decise che era invece l’arte la sua passione e si iscrisse alla scuola d’arte privata fondata nel 1915 da Minni Bosshard e Karl Blocherer a Monaco di Baviera. Nel 1955, vinta una borsa di studio, poté trasferirsi a Roma e frequentare le lezioni presso il “Centro sperimentale di cinematografia” dove approfondi costume e scenografia. Nella stessa città, accanto a questo istituto il giovane meranese frequentò anche l’Accademia di Belle Arti dove frequentò la classe di Mario Mafai, l’iniziatore della cerchia artistica conosciuta come Scuola di Via Cavour. Nel 1957 aveva partecipato alla mostra collettiva di costume e scenografia al Festival del Cinema di Venezia e ne fu premiato col “Ciak d’oro”. Per quanto riguardava invece il suo percorso artistico il giovane pittore fu influenzato sia dagli antichi maestri del Gotico e del Rinascimento, quanto da quegli artisti che avevano aderito all’espressionismo e alle sue declinazioni come quella della “Der Blaue Reiter” o “Die Brücke”.  Nel 1959 iniziò da Trapani la sua lunga esperienza espositiva che portò le sue tele in numerose città italiane ed europee. L’ultima delle sue mostre si tenne a Roma, nel 2022 presso la Fiera d’Arte Contemporanea Nuvola di Fuksas. I soggetti risentirono spesso della mitologia e della classicità che fecero capolino nelle sue tele attraverso tutte le sue fasi artistiche e financo alla maturità. La sua pennellata si era via via evoluta, diventando sempre più libera, ampia, materica, inserendo a tratti piccoli gesti di “frottage”, la tecnica cioè della raschiatura del colore riscoperta da Max Ernst.  La tavolozza era divenuta via via sempre più vivace con tonalità acriliche assai variegate e inaspettate. La luce calda, a volte abbacinante, invadeva gran parte delle tele e dei soggetti rappresentati, allontanandosi sempre più dal figurativismo per giungere ad un gestuale, astratto e bidimensionale.
Le sue tele sono conservate e fruibili presso l’Archivio Walter Baldessarini, curato dalla Galleria Denny Staschitz.

Autrice: Rosanna Pruccoli

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