Un maniero, un mausoleo, una storia di un amore che fece discutere perché nato fra due persone di diverso lignaggio, un erede della famiglia imperiale degli Asburgo e una giovane borghese. Il castello lontano dalla corte e dalle sue convenzioni, un titolo creato ad hoc per dare una qualche dignità nobiliare alla discendenza.
Guardare anche solo di lontano il Castello di Scena e il Mausoleo significa fare capolino in una bellissima storia d’amore fra un uomo e una giovane donna che non avrebbero dovuto neppure guardarsi e certamente non sposarsi. Quella del Conti di Merano è una discendenza scaturita da un matrimonio morganatico (matrimonio di un nobile con una borghese) che suscitò scandolo, pettegolezzi e determinò una vita felice ma ritirata e lontana dalla corte imperiale di Vienna e dal suo severo protocollo. È la storia d’amore fra l’arciduca Giovanni d’Austria e Anna Plochl di Aussee figlia del maestro di Posta Jakob Plochl. Anna aveva altri dodici fratelli e dopo la precoce morte della madre si era presa cura della casa e della famiglia. Aveva 15 anni quando, il 22 agosto 1919, incontrò per la prima volta l’arciduca Giovanni d’Asburgo al Lago Toplitz. Giovanni d’Austria ne restò immediatamente catturato per la dolcezza, la riservatezza e la saggezza e pochi anni dopo, il 20 settembre del 1823, era deciso a condurla all’altare. Il matrimonio avrebbe dovuto svolgersi a Vorderberg dove l’Arciduca possedeva una officina meccanica con annessa ampia casa d’abitazione ma quando l’arciduca chiese il permesso di sposare Anna al fratello, l’imperatore Francesco Primo d’Austria, questi glielo negò. Giovanni decise allora di trasferirsi con l’amata al Castello di Brandhof e di intraprendere una battaglia legale, che si rivelò annosa, per l’ottenimento del consenso imperiale al matrimonio. I due si sposarono segretamente nella cappella privata del Brandhof sei anni dopo, il 18 febbraio 1829 quando Anna aveva 25 anni e Giovanni 47. Il consenso a questa unione morganatica giunse solo nel 1833. L’anno successivo e a firma dell’Imperatore Francesco II venne creata baronessa del Brandhof. Quando nel 1839 la coppia ebbe la gioia di un figlio, Metternich mediò affinché il pargoletto potesse avere un più importante titolo nobiliare e nel 1844 a firma di Ferdinando I d’Austria, e il bambino fu nominato Franz Conte di Merano. Per dare una degna residenza alla propria discendenza, l’arciduca Giovanni d’Austria acquistò e restaurò il maniero trecentesco di Scena. Dopo la sua morte avvenuta nel 1859, il figlio chiamò l’architetto viennese Moritz Wappler che fra il 1860 und 1869 realizzò la costruzione neogotica in granito di Ivigna e quindi dieci anni dopo la sua morte fu composto nel nuovo mausoleo. Anna sopravvisse al marito altri 26 anni durante i quali si dedicò prevalentemente ad opere assistenziali e di beneficenza come ad esempio l’ospedale infantile di Graz che ancora oggi porta il suo nome. Anna morì nell’agosto del 1885 a Bad Aussee e venne sepolta accanto al marito nel mausoleo di Scena. Nel mausoleo riposano anche il figlio Franz e la di lui consorte Teresa von Lamberg Contessa di Merano.
L’ARCIDUCA GIOVANNI
L’arciduca Giovanni d’Asburgo-Lorena era il tredicesimo figlio del Granduca Leopoldo di Toscana e di Maria Luisa di Spagna ed era nato a Firenze nel gennaio del 1782. Da adulto ricoprì ruoli importanti: fu feldmaresciallo durante le Guerre napoleoniche e Reggente imperiale (Reichsverweser) dell’Impero tedesco durante le rivoluzioni del 1848. L’arciduca Giovanni sostenne a più riprese la ribellione organizzata dai partigiani tirolesi contro gli occupanti bavaresi e capeggiata da Andreas Hofer. Passò alla storia come il grande modernizzatore della Stiria.
Autrice: Giovanna Pruccoli