Gli affreschi di Albert Stolz sulla facciata est e sud del municipio di Merano

Attualità | 18/5/2023

Nel 1929 fervevano i lavori per la costruzione del nuovo municipio. Per le decorazioni pittoriche delle pareti esterne ed interne fu scelto e incaricato l’artista bolzanino Albert Stolz che decorò le facciate con tematiche e tecniche pittoriche differenti. 

Tanto l’edificio che le pitture suscitarono sentimenti contrastanti fra la popolazione del tempo ed è possibile coglierne le voci leggendo gli articoli redatti dal giornalista Albert Ellmenreich che ne diede un giudizio positivo. Ai suoi occhi infatti l’opera pittorica dello Stolz sulla facciata est dell’edificio, appariva intrinsecamente legata alla pittura tradizionale tirolese e specificatamente vicina al tratto tipico del pittore Albin Egger Lienz. 

“A metà tra pittura e plastica le figure, che ricordano i tratti di quelle di Albin Egger Lienz, rappresentano nell’odine, il Diritto, la Giustizia e il Governo, la Concordia il Lavoro, l’Agricoltura e il Commercio e, infine, il Turismo. Tali personificazioni sono affidate a figure piene di forza, dei quali lo stato può andare fiero.” 

Di fattura completamente diversa appare invece l’affresco raffigurante il Sant’Urbano e posto proprio sotto la torre dell’orologio del municipio. 

Il santo caro ai vignaiuoli si presenta in primo piano e, come in una istantanea, nell’atto di incedere: il braccio discosto dal corpo che apre ed amplifica le volumetrie della preziosa veste liturgica, la mano guantata salda sul vincastro. Il suo corpo è creato dagli ampi volumi del pregiato tessuto chiaro e cangiante del vestito, le cui ricche bordure decorate a ricamo e il razionale ne sottolineano i confini lasciando intravedere il biancore della sopraveste liturgica, col suo pizzo raffinato. Grappoli d’uva, i suoi attributi, ritornano più volte, sia in mano al santo che a decorare il pastorale, sia in primo piano a destra e a sinistra ai piedi del santo. Sullo sfondo uno scorcio della città circondata dalle sue vette innevate, con la sua parrocchiale, Monte Benedetto e la torre di Castel Ortenstein coi vigneti e, più in lontananza, Castel Tirolo. 

Sulla facciata sud, proprio a coronare la prima arcata dei portici, campeggia il terzo affresco di Albert Stolz. 

Esso si presenta suddiviso in riquadri, quasi l’insieme di fotografie giustapposte in un album dei ricordi. Al centro infatti spicca il monocromo con il palazzo rinascimentale demolito per far posto all’attuale edificio municipale. Sotto vi compaiono le date precise: 1317 – 1930. Le altre sono invece istantanee, tenuemente policrome, che rappresentano momenti diversi della sua costruzione.  Nella prima un ingegnere studia la nuova e dettagliata planimetria aperta dinnanzi a lui. Più sotto, un muratore è armato degli strumenti necessari per intonacare la parete. Sul lato opposto un carpentiere seduto su un’asse ma con una gamba già spinta nel vuoto sembra far leva sull’ascia col braccio muscoloso per spiccare il salto. Sotto di lui un muratore, piegato dal peso del sacco che porta in spalla, sta salendo una ripida scala. Sotto la scala si trova la firma dell’artista. Si legge: “Alb. Stolz Bolzano 1931”.

Autrice: Rosanna Pruccoli

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