Avvocato, poeta, sionista, Hugo Zucckermann scrisse fra l’altro l’“Österreichisches Reiterlied” che, per ironia della sorte, fu musicata da Franz Lehar e cantata molti anni dopo dagli ignari membri della Hitlerjugend. Morì sul fronte russo e la moglie, incapace di reggere al dolore, si suicidò sulla sua tomba.
Alla vigilia della Prima guerra mondiale il gruppo ebraico che faceva capo alla sinagoga di Merano era composto da 114 capifamiglia per un totale di 270 persone. Fra loro, vi erano venti medici, sei albergatori, ventuno commercianti. In città potevano contare su tutta una serie di infrastrutture necessarie alla vita religiosa come il cimitero, il sanatorio per i non abbienti e la sinagoga, che erano state via via create grazie alla generosità dei correligionari. In questi anni a Merano viveva anche Hugo Zuckermann, un giovane boemo che aveva da poco compiuto i propri studi a Vienna e aveva scelto la città sul Passirio per iniziare la propria carriera professionale. Sposò una giovane non ebrea, Ida, che si rivelò la compagna ideale, capace di condividere tanto gli aspetti religiosi che il sionismo. Nel mondo ebraico, Hugo Zuckermann, è considerato uno fra i più importanti poeti sionisti, mentre per gli esperti della cultura mitteleuropea egli è l’autore della popolare Österreichisches Reiterlied, che, musicata da Franz Lehar divenne famosa durante la Prima guerra mondiale e, anni dopo, anni dopo, sarebbe stata cantata dalla Hitlerjugend.
Scrisse numerose poesie di tematica ebraica e fu uno dei più appassionati traduttori della poesia yiddish. Quando la guerra iniziò. Hugo Zuckermann, come capitano della Riserva nell’imperial-regio esercito, fu fra i primi ad essere richiamato e nell’autunno 1914 venne a trovarsi sul fronte russo. Era stato nominato comandante della III Compagnia di fanteria della Milizia territoriale (k.k. Landwehr-Infanterie), Proprio nel giorno di Channuckà (la festa delle luci che cade in dicembre), nel giorno cioè della vittoria dei Maccabei sui Greci invasori, alla redazione dello “Jüdische Zeitung” giunse, quasi illeggibile, il suo ultimo messaggio, la sua ultima poesia, intitolata Makkabäer 5675 (il 5675 nel calendario ebraico corrisponde al 1915). Durante l’assalto sferrato dall’esercito austroungarico sull’altura di Dania nei Carpazi egli riportò ferite gravissime e, trasportato ad Eger, vi morì il 23 dicembre 1914. L’amatissima moglie Ida non resse al dolore e si suicidò sulla sua tomba. Il sacrificio del trentatreenne Zuckermann per la patria gli procurò una croce al merito di terza classe e oggi il suo nome compare sulla lastra marmorea nella chiesa cimiteriale di Merano insieme a quello di altri caduti meranesi.
Autrice: Rosanna Pruccoli