Stefano Favaretto, artista e fotografo di origini meranesi, è uno dei pionieri dei NFT (certificati digitali di proprietà delle opere d’arte) nel nostro Paese e ha curato a Roma una delle prime mostre in Italia su questa nuova forma espressiva.
Dalla concretezza e solidità del marmo all’impalpabilità dell’arte digitale il salto è molto lungo. Non per Stefano Favaretto che da fotografo cercava l’anima del marmo nelle cave della Lunigiana e si è costruito una reputazione per sfruttarne la superficie lucida per la stampa delle proprie immagini. Poi venne la pandemia e anche la sua ricerca artistica, momentaneamente imprigionata dalla immobilità forzata dei lunghi mesi di lockdown, si è incamminata su strade virtuali.
“Nei primi mesi di clausura obbligata, mi sono iscritto al social “Clubhouse”, una dimensione virtuale in cui esistono stanze, ovvero luoghi digitali dove gli appassionati di arte e gli artisti in cerca di sostenitori e acquirenti si incontrano e si conoscono”, spiega Favaretto che nel 2014, dopo oltre tre lustri di lavoro come psicologo, si è dedicato a tempo pieno alla sua passione, la fotografia artistica “Ho iniziato a prendere la parola e ad aprire stanze mie per parlare della mia arte. Uno dei fondatori della Global Art Exhibition mi ha notato e mi ha introdotto all’arte digitale e al mondo cripto applicato all’arte”, aggiunge Favaretto che ha approfondito il discorso degli NFT (non fungible tokens o, in italiano, gettone non riproducibile) ovvero dei certificati di proprietà digitali – creati attraverso la tecnologia della blockchain, la stessa alla base delle criptovalute – di proprietà di un’opera d’arte. Spieghiamo meglio: adesso, per esempio, ognuno può digitare il nome del grande fotografo Salgado su un motore di ricerca, trovare una sua immagine e salvarla in formato jpg sul proprio pc. Non la può pubblicare o utilizzarla per fini commerciali se non ne compra i diritti ma può comunque “possederla”. Le opere d’arte NFT invece rompono la catena della riproducibilità dell’opera d’arte digitale perché vengono prodotte solo in edizione limitata e la loro originalità è certificata dalla tecnologia della blockchain, sorta di registro digitale distribuito sulla rete. Favaretto capisce le potenzialità di questa nuova forma di tutela e commercializzazione dell’opera d’arte e, nel 2021, crea la prima community italiana su Clubhouse e, con quel passo, si afferma in una comunità che oltrepassa i confini nazionali. “Grazie ad alcuni mecenati, abbiamo organizzato mostre di opere NFT a Hong Kong, nell’Emirato di Sharjah, vicino a Dubai e anche a Roma, a Palazzo Merulana, dove abbiamo fatto una delle prime mostre fisiche di opere digitali, la Global NFT Exhibition”, sottolinea. Oltre ad essere diventato una figura di riferimento per l’arte digitale nel nostro Paese, Favaretto continua la sua esplorazione delle possibilità creative della fotografia. L’ultima sua sperimentazione, in linea con la sua poetica che mette in dialogo il mondo reale con quello spirituale, il visibile e l’invisibile, è il “selfie energetico”. “Il concetto che soggiace a questo esperimento artistico è la volontà di portare alla luce le energie che esistono in natura e che ci avvolgono. Fotografo l’aura che circonda le persone attraverso una tecnica particolare che comporta l’uso di una fotocamera in grado di percepire e riprodurre l’ energia corporea ”, chiarisce. Oltre a ciò, continua anche la sua attività di organizzatore di eventi espositivi, attraverso la fondazione della NFT Art Alliance. “Questo progetto vede coinvolti dieci artisti di tutto il mondo, impegnati a costruire un ponte tra arte fisica e digitale”, conclude l’artista altoatesino, “In estate saremo sull’isola di Lesina (Hvar), in Croazia, per una mostra in collaborazione con la Bernstein Foundation di New York, in cui 10 artisti da tutto il mondo dialogheranno con la figura di Richard Bernstein, uno dei fondatori della pop art assieme ad Andy Warhol”. La sua collezione di opere digitali, infine, è stata da poco esposta presso una delle più importanti gallerie digitali di Parigi, la Iham NFT Art Gallery, durante l’evento NFT Paris.
In attesa di vedere le sue opere esposte anche in Alto Adige, si può seguirne le evoluzioni sul sito www.stefanofavaretto.it e sui suoi social.
Autore: Nilo Ruggeri