Secondo le ultime rilevazioni Astat, si stima che in Alto Adige il 56% degli alloggi non occupati siano vuoti (circa 15.000 abitazioni). Eppure sono numerose le persone che non hanno una casa, che faticano a trovarne una o che rischiano di perderla. Per questo motivo la Caritas ha deciso di mettere il tema dell’abitare al centro della campagna “La povertà è più vicina di quanto pensi”, con il duplice obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui bisogni delle persone con problemi abitativi, e di raccogliere donazioni in vista del 14 novembre: Giornata Mondiale dei Poveri e domenica della Carità.
In questo periodo dell’anno, con l’arrivo dei primi freddi vengono allestiti piccoli e grandi dormitori temporanei, che rimangano aperti generalmente fino alla primavera, per fornire protezione notturna a chi non ha un posto caldo dove andare. È la cosiddetta “emergenza freddo”, ma di improvviso e imprevedibile ha ben poco: la realtà di chi dorme per strada è un fenomeno noto in Alto Adige, d’estate come d’inverno, e costituisce solo uno dei molti volti della povertà abitativa.
Da anni la Caritas chiede di uscire da questa logica emergenziale, promuovendo interventi più strutturali, capaci di incidere sulle dinamiche economiche e sociali che generano e riproducono disuguaglianze. Ma questo impone di farsi carico di un problema più ampio e sfaccettato. Alle situazioni di persone senza dimora, andrebbero aggiunte quelle di chi non ha una casa perché vive in strutture residenziali temporanee come i richiedenti asilo, di chi vive in sistemazioni insicure e non garantite spesso teatro di violenza domestica, e anche chi vive in edifici non a norma, sovraffollati, non aderenti ai minimi standard abitativi. “Secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (articolo 25), ogni persona ha diritto ad avere un alloggio adeguato. Ma per molti è difficile trovare una sistemazione dignitosa o accessibile. La povertà abitativa è un fenomeno in aumento e ha un impatto maggiore sulle persone più vulnerabili, con problemi di dipendenza, senza un lavoro, sui genitori single, gli anziani o le persone con disabilità o con un passato di migrazione. In assenza di una sistemazione adeguata, sono minacciati anche molti altri diritti umani, come il diritto alla salute e alla vita, il diritto alla partecipazione e il diritto alla famiglia”, dice il direttore della Caritas Paolo Valente.
L’AIUTO DELLA CARITAS La Caritas lavora da tempo per contrastare povertà ed esclusione, gestendo 11 strutture per senzatetto e senza dimora in grado di ospitare circa 600 persone all’anno. Ma solo un letto e un pasto caldo non sono sufficienti. Tutti hanno bisogno di un luogo da chiamare ‘casa’, che offra protezione e sicurezza, dove trovare spazio per gli oggetti personali e i ricordi, in cui poter vivere una vita dignitosa. Come racconta Danilo Tucconi, responsabile dell’area “Abitare” della Caritas, per raggiungere questo scopo bisogna adottare un approccio “Housing First” in cui l’abitazione è il punto di partenza e non di arrivo. Puntando sulla capacità della persona di vivere nella propria casa come membro di una comunità, vengono quindi attivati interventi per migliorarne le relazioni sociali, il livello di salute e benessere, l’autonomia. Con questo spirito è stato lanciato il progetto “Domus” che comprende uno sportello di ricerca casa e lavoro e mette a disposizione di singoli e famiglie degli alloggi a Merano, Bressanone e Caldaro. “In queste abitazioni sviluppiamo progetti di ‘training abitativo’ con l’obiettivo di reinserire gli ospiti nella società, rafforzando le competenze in vista di una vita autonoma” spiega Tucconi.
Purtroppo però anche dopo questi percorsi, trovare un alloggio non è facile, e spesso i privati preferiscono lasciare vuoti i propri appartamenti piuttosto che affittarli a persone in apparenza problematiche o con un passato migratorio. Questo diventa un problema di difficile soluzione anche per le famiglie che faticano a trovare alloggi dalle dimensioni adeguate. “Col passare del tempo, si rivolgono alla Caritas anche persone che non fanno parte del bacino di utenti già assistiti – racconta Gertrud Rungaldier che si occupa del servizio di Accompagnamento abitativo della Caritas – Il nostro obiettivo è quello di evitare che le persone sperimentino la condizione di senza tetto o che trovino rifugio solo in alloggi d’emergenza”. Con l’accompagnamento abitativo la Caritas agisce come un mediatore per risolvere le controversie di vicinato, e come un punto di riferimento per i proprietari di casa e per i loro inquilini, seguendo le persone anche dopo la firma di un contratto di locazione. “Dal 2020 a oggi, abbiamo accompagnato con successo 10 famiglie e 55 persone singole nella ricerca di un alloggio e di una sistemazione” conclude Rungaldier.
Il disagio abitativo non ha a che fare solo con la mancanza di alloggi. In alcuni casi le persone vivono crisi finanziarie dovute alle conseguenze della pandemia o per motivi di salute o altro ancora. In queste situazioni diventa difficile pagare l’affitto, visti i canoni elevati in Alto Adige, ma anche sostenere spese accessorie come le bollette. Di conseguenza molte persone ricevono provvedimenti di sfratto (200-300 ogni anno). A testimonianza di ciò, i servizi di Consulenza per debitori e il Centro d’ascolto della Caritas hanno visto aumentare i propri interventi di sostegno e aiuto, anche finanziario, svolgendo un importante ruolo di “ammortizzatori sociali”. Tali consulenze inoltre fungono da “antenne” dei diversi bisogni del territorio, rilevando le diverse sfumature del disagio alloggiativo.
“Per portare avanti tutto questo, naturalmente, abbiamo bisogno del sostegno della popolazione”, dice il direttore della Caritas Paolo Valente, “sia in termini di fornitura di alloggi per le persone che vivono un disagio abitativo, sia attraverso donazioni per consentire ai nostri servizi di aiutare le persone in difficoltà, rendendo effettivo il diritto fondamentale alla ‘casa’. Ma abbiamo bisogno soprattutto di persone capaci di mettersi al servizio degli altri, contribuendo con la propria attenzione a prendersi cura di tutta la comunità, a partire dai più bisognosi”.
La Caritas aiuta le persone in difficoltà a trovare una casa. Aiutaci anche tu!
Con la causale “Caritas” è possibile sostenere il lavoro della Caritas. Per far sì che il diritto all’abitazione diventi una realtà per tutti. In occasione della campagna “La povertà è più vicina di quanto pensi”, dedicata alle persone che vivono un disagio abitativo, aiutaci ad aiutare! Ogni piccola donazione è preziosa.