Luca Pignata – fisarmonicista meranese ma da anni residente in Belgio – ha appena pubblicato un nuovo interessante album. Il lavoro si chiama Traces ed è uscito per il momento solo in versione digitale. Lo potete trovare ed ascoltare a partire dalla pagina bandcamp del musicista, dove è anche possibile acquistare l’album in alta qualità audio con in allegato un libretto che presenta per bene i termini dell’operazione.
Si tratta infatti di un lavoro di spessore, in grado di abbracciare due continenti sulla scia di un filo conduttore non nuovo, ma che presenta moltissimi motivi di interesse.
Il tema è quello delle connessioni che la musica colta, nello specifico declinata nel repertorio peculiare della fisarmonica, ha mantenuto e mantiene con le tradizioni popolari.
Le tracce dell’album disegnano quindi una sorta di itinerario multiforme, non solo geografico ma anche stilistico e soprattutto delle atmosfere.
Si va dai classici della musica brasiliana – collocati giusto a metà strada appunto tra tradizione e scrittura – a Domenico Scarlatti. Ma nell’album trovano spazio anche un brano contemporaneo del compositore sloveno Lojze Lebic e due classici del repertorio argentino come Alfonsina y el mar e El dia que me quieiras di Carlo Gardel.
Fin dai primi secondi dell’album si nota la grande dedizione con cui Pignata si occupa dei suoi progetti, realizzando spesso in completa autonomia gli arrangiamenti per il suo strumento.
Bellissimi sono i brani di Scarlatti e raffinata è la scelta di Pignata di combinare l’esecuzione “classica” con gli echi della musica popolare spagnola che, appunto, appaiono nell’invenzione melodica del grande compositore italiano trapiantato nella penisola iberica.
Molto azzeccate appaiono anche le scelte interpretative nei brani brasiliani di Ernesto Nazareth e di Egberto Gismonti, dove emergono anche momenti di grande virtuosismo nella proposta del numero voci nel contrappunto.
Forse il momento più bello più bello di tutto l’album risulta forse l’esecuzione del brano Agua e Vinho di Egberto Gismonti, attraverso il quale l’incontro tra la musica colta e quella brasiliana si arricchisce di un ulteriore “rimbalzo” stilistico e geografico.
Ricordando infatti che la cultura di Argentina e Brasile ha tra gli elementi costitutivi del proprio dna proprio la tradizione melodica italiana, in grado di influenzare non solo la musica ma addirittura le lingue parlate nei due grandi paesi.
Quello di Pignata è davvero un ottimo lavoro. L’auspicio è che il musicista possa proseguire in questa direzione anche nel prossimo futuro.
Autore: Luca Sticcotti