“Il surrealismo è la magica sorpresa di trovare un leone in quell’armadio in cui si voleva prendere una camicia” – così spiegava la celebre artista Frida Kahlo l’essenza del surrealismo, uno dei movimenti artistici e letterari più vivaci del novecento. Nella mostra dell’artista Alexander Dellantonio, che inaugura sabato otto settembre al Kunstforum Unterland di Egna (visibile fino al 18.9), non troveremo bestie feroci, ma sicuramente molte magiche sorprese. “Surrealist Escapades”, vie di fuga surrealiste, è il titolo dell’esposizione, che presenta cento collage in bianco e nero, di cui molti inediti, realizzati dall’artista negli ultimi tre anni. Bolzanino di nascita, classe 1986, dopo il liceo artistico Dellantonio ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze e ha vissuto a Berlino, esponendo le sue opere in mostre personali e collettive in Germania, Norvegia e Italia. Quest’anno ha fatto ritorno in Alto Adige. “Portare alla luce l’anarchia dei sentimenti e dei sogni, sulla linea sottile tra desiderio e realtà, regolata attraverso l’arte dell’assemblaggio.”- questa l’idea che Dellantonio ha del surrealismo. La sua ricerca è originale e insolita perchè punta l’attenzione sul surrealismo cèco, che solo recentemente si sta guadagnando considerazione nelle università americane e in Germania. Con passione e spirito da archeologo Dellantonio ha scavato nelle profondità delle opere di artisti e artiste come Toyen, Jindrich Styrski e Karel Teige, riportandone a galla visioni, tecniche e soprattutto quelle sottili strategie di fuga dalla realtà tipiche di tanta arte e lettura cèca. In questo senso, le opere di Dellantonio emanano un’eleganza dal fascino storico e sono capaci di ammaliare e inquietare. Ne abbiamo parlato con lui, inziando dal ritorno a Bolzano.
Come è stato il ritorno in Alto Adige dopo gli anni a Berlino? Berlino è sexy ma povera! Dopo tanti anni, mi mancavano le montagne e il sole dell’Alto Adige. E per assurdo credo di trovare qui maggiori possibilità di proporre il mio lavoro artistico.
Come nascono le “vie di fuga surrealiste” che danno il titolo alla mostra “Surrealist Escapades”? Il mio lavoro ha spesso avuto una connotazione politica e impegnata. Le opere nella mostra a Egna guardano agli artisti dell’avanguardia ceca, che sono stati isolati e perseguitati o perché considerati troppo avanguardisti o perché troppo borghesi, a seconda di chi li criticava (il protettorato nazionalsocialista di Boemia e Moravia prima e l’apparato stalinista della Repubblica Ceca poi). Gli artisti trovarono una via di fuga da questa realtà rifugiandosi verso qualcosa di diverso, l’arte surrealista.
Perché hai scelto di orientarti agli artisti del surrealismo ceco? Ho scoperto i surrealisti cechi grazie a un libro trovato per caso al mercatino dell’usato sulle passeggiate del Talvera, una quindicina di anni fa, il “Mercato dell’arte” di Karel Teige. Mi sono appassionato alla figura di questo artista praghese, al suo credere nell’arte e perseguire la sua strada nonostante le difficoltà: mi piace l’immagine evocata dalla Devestil, il gruppo ceco di artisti a cui aderiva. La parola Devestil indica il farfaraccio, una pianta non particolarmente bella, ma tra le prime a fiorire in primavera con un fiore incantevole. Teige è anche autore del manifesto del “poetismo”, un movimento artistico che, negli anni ’20 del novecento, voleva trasformare l’arte in divertimento fantastico, inneggiando alla gioia di vivere dopo gli orrori della prima guerra mondiale. Nonostante l’isolamento da parte del Partito Comunista, fino alla sua morte, nel 1951, egli creò oltre 400 collage fotografici surrealisti, a cui mi sono ispirato per la mia serie.
Cosa deve aspettarsi il pubblico dalla mostra? Senza svelare troppo, credo che chiunque potrà trovare qualcosa che incontra il suo gusto, sicuramente c’è un’attenzione al corpo e al bello comunemente inteso, ma anche aspetti nuovi e magari non molto visti in Alto Adige, che potranno sorprendere. Hai scelto di lavorare con una tecnica tradizionale come il collage e la carta oggi, nel 2021… come mai questa scelta? Qual è la tua posizione rispetto al digitale? Ho sempre amato la carta come materiale: mi piace la dimensione analogica, le persone, le sensazioni tattili. Per anni ho lavorato anche con il decollage strappando manifesti dai muri a metri! La carta è un materiale semplice, facile da utilizzare, da tagliare. Per certi versi, è come se il taglierino fosse il mio “pennello”… è come disegnare delle geometrie.
“Surrealist Escapades” è al Kunstforum Unterland di Egna dal 7 al 18 settembre. Ingresso libero e gratuito.
Autrice: Caterina Longo
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