“La storia delle donne è lo strumento della loro emancipazione”. Conclude così la nostra intervista la presidente dell’Archivio delle Donne, Alessandra Spada. La citazione è di Gerda Lerner, la storica e studiosa della condizione femminile che ebbe un ruolo chiave nella nascita del primo corso di studi americano sulla storia delle donne. Rifacendosi alla Lerner, Alessandra Spada voleva sottolineare l’importanza del Frauenarchiv – Archivio storico delle Donne come strumento per lo studio della soggettività femminile.
L’archivio nasce nel 2005 a Bolzano da un’idea di un gruppo di cittadine interessate alla storia delle donne. Fu reso possibile grazie al Comune di Bolzano che, creando un Centro Interculturale per le Donne di Bolzano, diede spazio a un archivio storico femminile su modello di quelli già esistenti in area tedesca. Oggi le donne che lavorano al Frauenarchiv lo fanno per lo più volontariamente e nel tempo libero.
“Forze giovani che ci diano idee e che abbiano voglia di partecipare sono sempre benvenute”, suggerisce però Alessandra Spada. La funzione principale dell’archivio è quella di raccogliere e conservare la memoria delle donne in tutta l’area del Tirolo storico, l’attuale Euroregione Tirolo – Alto Adige/Südtirol – Trentino. La raccolta delle fonti è un lavoro in continuo sviluppo, come ci spiega la Spada: “Continuiamo a fare appelli alla popolazione per l’invio di materiali: diari, lettere e foto che hanno come protagoniste le donne”. Spesso le donne non sono consapevoli di conservare fonti preziose, ad esempio i diari, che nell’immaginario comune vengono considerati superflui, sono in realtà fonti molto utili che forniscono informazioni su particolari aspetti e percezioni delle comunità. Questi testi personali rientrano nella categoria degli ego-documenti e consentono l’ingresso nella storia a classi che spesso sono state ignorate. Tra gli ego-documenti conservati nell’archivio delle donne vi è anche un fondo dedicato alla Oral History, che raccoglie registrazioni e trascrizioni di racconti e ricordi individuali. A recuperare testimonianze e interviste di donne che abitavano la regione nel secolo scorso è la storica Martha Verdorfer, che recentemente ha pubblicato, con il Frauenarchiv, “Frauen für Frieden”, volume che rivela la storia del movimento pacifista degli anni Ottanta. Oltre alla raccolta di documenti, l’archivio si pone anche obiettivi di ricerca e di divulgazione. Ad esempio sono stati censiti archivi locali per ricercare tracce delle donne tra i documenti pubblici. “Siamo andate negli archivi di Bolzano e in altri archivi pubblici e abbiamo cercato, con l’aiuto di archiviste, di individuare fondi dove le protagoniste sono donne, abbiamo poi prodotto un inventario, uno strumento in più per aiutare chiunque voglia fare ricerca”. L’archivio, conservando documenti e avviando progetti di ricerca, intende evidenziare il ruolo delle donne che troppo spesso in passato sono state escluse dalla storia nonostante esse costituissero, e costituiscono ancora oggi, una grande parte della società. Indiscutibilmente, analisi della società e dei suoi processi che non tengano conto della storia delle donne risultano parziali e incomplete. Il lavoro del Frauenarchiv rende possibile rileggere le dinamiche socio-politiche del nostro contemporaneo alla luce della questione di genere. Ci permette quindi di riappropriarci della storia.
Autrice: Giada Noto (COOLtour)