Valentina Leonardi ha 23 anni e frequenta il secondo anno del corso magistrale in Storia dell’arte e Studi museali all’università di Trento. Si è trasferita nel quartiere di Oltrisarco all’età di tre anni e da quel momento è rimasta casa sua.
Com’è stato crescere a Oltrisarco?
Per me crescere a Oltrisarco è stato molto bello. È un quartiere che ha tutto, i parchi sono una delle cose che apprezzo di più; grazie alla scuola e ai vari progetti che offre ho conosciuto tanti coetanei che tutt’ora sono miei amici. Ho imparato a conoscere il quartiere come le mie tasche e ho sempre trovato interessante vedere come si sia modificato nel tempo, perché ai miei occhi per quanto sia sempre lo stesso luogo al contempo appare ogni volta come un luogo diverso, è come se crescessimo insieme.
È un quartiere che offre attività per i giovani?
Offre molte attività per i giovani dal mio punto di vista; inizialmente erano principalmente offerte dalla Chiesa, ma col tempo sono nati sempre nuovi progetti e spazi dedicati agli incontri e alle attività per i giovani di ogni età.
Lo stereotipo che vede Oltrisarco come “ghetto” della città è fondato?
Oltrisarco è sempre stato visto come un “ghetto” e posso capire da dove derivi questo stereotipo. Ci sono delle zone di Oltrisarco più tranquille e zone che ancora oggi non sono sicure. Non è di certo un ghetto, ma si sente comunque ancora il bisogno di più sicurezza. Col tempo il quartiere è cambiato tanto e spero che vada man mano migliorando sempre di più come si sta cercando di fare.
Se tu potessi scegliere ti trasferiresti in un altro quartiere?
No, Oltrisarco ha tutto quello che serve, è vicino al centro ed è ben collegato. In più lo conosco quasi perfettamente, è la mia casa.
Cosa manca e cosa invece funziona?
Oltrisarco ha molti spazi disponibili per qualsiasi tipo di attività e spesso ospita vari progetti che rendono la zona più viva. Quello che manca però dal mio punto di vista è forse un senso di comunità che rispetto a qualche anno fa si sente meno, perché spesso queste iniziative non vengono sponsorizzate abbastanza e di conseguenza non se ne viene a conoscenza; c’è poca comunicazione e questo secondo me penalizza la possibilità di creare rete e comunità nel vicinato.
Cosa secondo te si potrebbe fare per migliorare la vita nel quartiere?
Aggiungerei degli spazi per uscire la sera, dove trovarsi con gli amici per chiacchierare, abbiamo solo un ristorante e una gelateria che sono spesso punti di ritrovo, ma oltre a quello non c’è molto altro: siamo sempre costretti a spostarci in centro anche se ci piacerebbe poter fruire del nostro quartiere anche in questi termini.
Autrice: Anna Michelazzi