Nella Bolzano di inizio ‘900, l’amministrazione cittadina si orientò verso una serie di interventi volti a riorganizzare e sviluppare i servizi urbani. Tra questi, l’introduzione di una rete tranviaria elettrica fu una delle innovazioni più significative. La nuova infrastruttura rispondeva alle esigenze di una città in rapida espansione, collegando con efficienza i diversi fulcri del fondovalle.
Il tram, ma anche le funivie e le cremagliere, divennero anche un simbolo di modernità, segnando l’ingresso di Bolzano in una nuova fase della sua storia urbana, in sintonia con i modelli mitteleuropei più avanzati del tempo. Per ricostruire questa pagina, spesso dimenticata, della storia cittadina, abbiamo incontrato Georg Tengler, studioso appassionato e autore, nel 1984, di un volume dedicato alle tranvie di Bolzano, con uno sguardo particolare anche all’evoluzione urbanistica della città.
Georg Tengler, come è nata l’idea del tram a Bolzano?
La Bolzano di fine ‘800 e inizio ‘900 era una meta turistica molto apprezzata a livello europeo. I visitatori arrivavano da tutta Europa: dalla Russia, dalla Boemia, dalla Germania, dalla Svizzera e, naturalmente, dall’Austria. In particolare, la località di Gries era considerata una destinazione di primo piano per chi cercava relax e soggiorni curativi. Nacque dunque l’esigenza di offrire non solo ai visitatori, ma anche ai cittadini, mezzi di trasporto moderni e confortevoli. Fu così che si sviluppò l’idea di realizzare una linea tranviaria che collegasse la stazione ferroviaria con la zona alberghiera di Gries. Il progetto partì nel 1909 con una prima tratta che attraversava alcune delle vie principali della città: da piazza Walther a via della Mostra, poi via Goethe, il ponte Talvera, piazza Gries e infine via Fago. Un ulteriore sviluppo arrivò nel 1913, con una nuova linea che collegava la stazione ferroviaria con la cosiddetta “zona Vurza”, situata tra San Giacomo e Pineta di Laives. Ricordo che da bambino c’era ancora la piccola casetta che fungeva da stazione del tram in quella zona. Solo nel 1931 si completò l’allungamento del tracciato fino a raggiungere finalmente Laives.
All’epoca, Bolzano aveva dimensioni molto più contenute rispetto a oggi, si sviluppava attorno ai Portici, ma comprendeva anche le zone limitrofe come piazza Walther, via Bottai e si spingeva fino al torrente Talvera. Nel fondovalle Dodiciville e Gries, prima di essere assorbite da Bolzano (nel 1911 e nel 1926), erano comuni autonomi. Trovo interessante che il Comune di Bolzano abbia fatto pressioni per far passare il tracciato verso Sud dal suo territorio, considerato che la stazione ferroviaria si trovava formalmente nel territorio di Dodiciville.
È proprio così! In origine era previsto un tracciato che passasse per l’odierna via Garibaldi. Su pressione del Comune di Bolzano, non si è scelto il tracciato più veloce, più diretto per andare a Laives, ma si è voluto far passare la linea dal centro, per Piazza Walther, facendola transitare accanto al Duomo per poi scendere in via Cappuccini e raggiungere Ponte Loreto.
Il tram a Bolzano ha avuto vita breve…
L’arrivo del traffico automobilistico e, nel 1948, la nascita della società Sasa segnarono l’inizio di una nuova fase per la mobilità cittadina.
Gli autobus della Sasa potevano raggiungere con più flessibilità i nuovi quartieri e le zone in espansione che il tram non riusciva a servire.
Questo portò, nel giro di pochi anni, al progressivo smantellamento della rete tranviaria.
Autore: Till Antonio Mola