Tea Ducato, operatrice culturale a MusicaBlu e insegnante di canto, è diplomata in Conservatorio in didattica della musica con specializzazione in canto moderno e ha da poco pubblicato un libro di filastrocche per bambini con la casa editrice bolzanina Edgar Libri.
Come s’intitola il tuo libro? Se dovessi descriverlo con tre parole quali sarebbero e perchè?
Il mio libro si chiama “La vita non è sempre una teiera. Storie per bambini diventati grandi”. Le parole che sceglierei sono: tenerezza perché la ricercavo e la ricerco nelle persone e nel raccontare delle storie che parlano di diversi aspetti della vita; crescita, perché nelle stesse storie, tranne in una, si trova sempre un percorso in cui ogni personaggio si evolve; e dolcezza, perché ho ricercato questa sensazione dell’infanzia e un’educazione gentile per affrontare determinate tematiche.
Da dov’è nata l’ispirazione?
Come tantissime cose che faccio è nata per caso: ho iniziato a scrivere filastrocche per prendere in giro i miei amici o me stessa e per raccontare determinate situazioni. Mi sono accorta che mi riusciva e quando un mio amico, Jacopo Schiesaro, mi ha detto che quello che stavo creando aveva un valore, e allora ho creduto nelle sue parole. Durante il periodo di Covid mia mamma mi ha detto di non guardare le cose sempre dal mio punto di vista e io ho scritto su un foglio “la vita non è sempre una teiera” perché un mio amico mi chiamava così e ho pensato che sarebbe stato bellissimo come titolo di un libro e il caso ha fatto il resto. Avevo inoltre conosciuto quest’illustratrice bravissima, Giorgia Grasso, alla quale, per gioco, ho chiesto di creare una copertina; mi è piaciuta così tanto la connessione tra le mie parole e le sue immagini che ho pensato che se mai avessi fatto un libro l’avrei fatto con lei.
Quale ruolo hanno le illustrazioni nel veicolare il tuo messaggio?
Io sono dislessica e quindi ragionando per immagini e colori e non riuscivo a immaginarmi questo libro senza. Ciò che mi ha colpito subito di Giorgia è stata proprio la scelta dei colori perché rispecchiavano le mie sensazioni. Volevo che nella sua semplicità fosse molto immersivo.
C’è qualcosa della tua scrittura che ti ha sorpreso a posteriori?
Mi sono resa conto che ogni storia ha una soluzione e un concetto di bellezza ed estrema leggerezza, tranne una, quella sull’invidia, che invece è l’unica in cui si percepisce un po’ di rabbia. Riflettendo, visto che siamo tutti persone in crescita, penso che sia stato frutto di una rabbia o di emozioni derivate da relazioni che in quel momento non avevo ancora elaborato, ma ho trovato questo aspetto interessante.
È la tua prima pubblicazione?
Per quanto riguarda i libri, sì. Avevo invece pubblicato un EP quindi musica e se ci si pensa la filastrocca richiama una certa musicalità. Riconoscevo che le mie filastrocche fossero simpatiche, ma non pensavo che fossero qualcosa che qualcuno avrebbe pubblicato quindi mi sono fidata del giudizio di Jacopo e quando ho parlato con la casa editrice il progetto è stato subito approvato. All’inizio non ho realizzato bene la cosa, dovevo metabolizzare ancora la mia laurea, ma quando ho visto il libro per la prima volta sono rimasta positivamente sorpresa; sono fiera di me per essere riuscita a realizzare un sogno di cui mi ero persino scordata. Voglio sicuramente ringraziare la casa editrice e Jacopo senza i quali non avrei mai pensato di pubblicare un libro e la mia famiglia e il mio compagno che mi sostengono sempre nei miei progetti grandi o piccoli che siano.
Autrice: Anna Michelazzi