La dislessia è un disturbo dell’apprendimento molto diffuso e Alice, studentessa di Sociologia dell’Università di Trento, ci racconta la sua esperienza e il perchè questo disturvo non sia un ostacolo e di quanto sia importante sapere che cos’è.
Alice, che cos’è la dislessia?
Per dislessia si intende un disturbo specifico dell’apprendimento che comprende la decodifica delle parole, la difficoltà nella lettura e nella comprensione del testo che porta a essere un po’ più lenti in queste attività.
Quando hai scoperto di essere dislessica? Hai avuto difficoltà?
Ero in terza elementare, quindi avevo otto anni. In generale le mie più grandi difficoltà a scuola sono state il tempo per svolgere i compiti in classe, che risultava essere troppo poco per le mie necessità e sicuramente tutto ciò che riguarda l’italiano, come materia: scrivere i testi, la loro comprensione… Alle elementari i dettati mi mettevano in difficoltà in quanto la dislessia porta a invertire determinate lettere come la D e la B. Sono stata fortunata, perchè ho sempre avuto dei professori molto bravi che comprendevano e conoscevano il disturbo.
Ritieni gli insegnanti preparati in questo ambito?
In generale mi sentirei di dire che la maggior parte dei professori che ho avuto io erano preparati e qualificati, anche se alcuni, soprattutto i professori più avanti con l’età, anche se sapevano cos’era la dislessia non erano preparati al massimo o in generale non erano abituati o si rifiutavano di usare le misure di potenziamento di cui avevo diritto. Conosco persone che hanno avuto una brutta esperienza con gli insegnanti che non calcolavano questo disturbo dell’apprendimento e non davano ai ragazzi le misure di cui avevano bisogno. Queste misure comprendono maggiore tempo per le verifiche, l’utilizzo di mappe concettuali, qualcuno che legga il testo al posto dello studente, non calcolare gli errori ortografici nel tema. Anche nella mia esperienza tutte queste misure non sono sempre state attuate completamente, alcuni errori nei temi venivano sempre calcolati e alcuni professori mi negavano l’uso del computer o il tempo in più.
Perché è importante sapere che cos’è questo disturbo e di averlo?
È importante saperlo perchè ci sono davvero tante persone che ce l’hanno, negli ultimo anni ho conosciuto moltissime persone dislessiche. Molte persone ancora non sanno cos’è, anche all’università me lo chiedono spesso. È importante per essere più inclusivi: mi succedeva, soprattutto alle elementari, che le persone non sapevano cosa fosse, non veniva spiegato neanche ai miei compagni che quindi pensavano che fossi la “cocca” dei maestri perchè mi davano agevolazioni. Mi è capitato che dei compagni si arrabbiassero con me. Questo problema è importante conoscerlo per aiutarsi a vicenda. È importante sapere di essere dislessici anche perchè così si possono avere gli aiuti compensativi e capire che non è un problema di intelligenza se non si riesce a essere veloce come gli altri, ma semplicemente si ha bisogno di un aiuto in più. Se lo si scopre da piccoli, come me, si possono anche fare dei corsi ed essere aiutati nel capire qual sia il metodo migliore per ognuno e si può migliorare anno per anno. Io sono migliorata tantissimo, ho capito qual è il mio metodo di studio ed è diventato più facile approcciarmi allo studio e tutto questo grazie ai corsi che ho frequentato a Canale Scuola che aveva un programma apposta per i ragazzi dislessici e prevedeva l’insegnamento del metodo di studio e tecniche per l’apprendimento.
Secondo te è un ostacolo? O è solo un pregiudizio?
Secondo me non è un ostacolo, si può fare tutto. Non ho mai avuto problemi con nulla, sono solo un po’ più lenta, ma ho sempre fatto tutto: sono andata all’estero, frequento l’università. L’importante è esserne consapevoli e farlo presente in modo da affrontare ogni esperienza al meglio.
Autrice: Anna Michelazzi