Mara Granitto è l’inquilina di una scala del quartiere Casanova in cui si è creata una comunità di vicinato. In questa intervista racconta il rapporto tra i vicini e la positività che ne scaturisce.
Secondo te perché è nata questa forte unione tra vicini di casa?
Sicuramente perché c’è necessità di avere supporto, amicizie che ti sostengono nelle cose belle e brutte di tutti giorni. Si tratta di condividere le piccole cose: un saluto, un sorriso, se si ha bisogno della spesa, condividere consigli riguardanti i figli… Siamo entrati in cooperativa nel 2009 più o meno con le stesse necessità, avendo in media la stessa età. Se si avevano e hanno pensieri e bisogni, si possono pure condividere e c’è sempre un grande scambio di idee. è mix fortunato perché siamo persone socievoli che hanno voglia di stare insieme e di darsi sostegno reciproco.
Quali sono le principali attività o tradizioni che legano voi vicini?
Le attività sono prevalentemente “pratiche”; abbiamo creato il gruppo whatsapp della scala per tenerci aggiornati sulle necessità del condominio che possono andare dalla gestione delle piante comuni alle lampadine da cambiare; se succede qualcosa ci si avvisa subito, si scambiano tutti i tipi di informazioni utili. Si è sempre attivi: se qualcuno si dimentica il garage aperto o le chiavi sulla porta, il problema viene subito risolto, c’è un controllo generale. I caposcala si attivano subito per le necessità. Abbiamo creato anche uno spazio in cui ognuno ha portato degli attrezzi per una specie di “palestra condominiale”. Abbiamo poi delle tradizioni come quella di incontrarci sotto Natale nell’atrio per almeno una mezz’ora in cui ognuno porta qualcosa da bere e da mangiare in cui ci scambiamo gli auguri e abbiamo l’occasione di passare del tempo insieme. Si è creata una bella situazione. Ci si fa la spesa o ci si aiuta con gli animali domestici quando c’è necessità e c’è davvero un “pronto intervento” quando c’è bisogno di aiuto. Se manca qualcosa in casa sono tutti disponibili, c’è sempre qualcuno, tra i 17 condomini, che ti dà qualcosa per finire la preparazione della torta quando magari i negozi sono tutti chiusi. Chi ha l’orto lascia molte volte una cassetta in entrata con i prodotti da condividere, e la stessa cosa avviene con i punti e buoni del supermercato. All’inizio facevamo anche le pizzate, ma ora è più complicato organizzarsi. Essendo tutti più o meno della stessa età ci siamo accompagnati un po’ in tutte le fasi della vita degli ultimi 16 anni; siamo passati da darci consigli sui figli a darci dritte sui nonni e a sostenerci nelle difficoltà legate alle vari situazioni.
Come vi aiutate a vicenda nelle situazioni quotidiane?
Ritiriamo i pacchi gli uni per gli altri; se qualcuno sta male o ha degli imprevisti ci si organizza per fare la spesa o portare a spasso il cane. Se qualcuno è malato gli si porta da mangiare direttamente a casa. Un esempio significativo può essere raccontare di quando mia figlia è stata molto male e io e mio marito eravamo via e ho potuto chiamare varie vicine che si sono subito attivate per dare una mano e portarla al pronto soccorso e a prendersi cura di lei nei giorni successivi. Nel 2022 in occasione dello scoppio del conflitto in Ucraina io e mia figlia ci siamo attivate per la raccolta di beni di prima necessità da poter inviare ai rifugiati e tutti i condomini si sono attivati. Basta scrivere sul gruppo e tutti sono pronti ad aiutare. Si spegne la macchina? C’è chi arriva con la batteria. Si è rotta la lavatrice? C’è sempre chi ha la porta aperta. L’ascensore è diventato il primo luogo di incontro in cui c’è sempre sostegno e condivisione, sia nelle situazioni negative che positive.
Cosa ti piace di più di vivere in una comunità così unita?
Mi sento molto serena, so che se c’è bisogno non sono mai sola. Inoltre si cerca sempre di condividere momenti speciali.
In che modo questa comunità ha influenzato la tua vita quotidiana?
Non ero contenta di andare via dalla vecchia casa perché era vicina a tutto ciò che conoscevo. Venire in un quartiere nuovo e sconosciuto e lontano dalle mia abitudini e familiari con le bambine piccole non è stato facile, ma la fortuna è stata proprio in questa scala in cui tutti ci siamo sostenuti e aiutati sin dall’inizio. Si torna a casa tranquilli, ci si sente al sicuro. C’è attenzione. Non ci si vede tanto, ma sappiamo che ci siamo. Quando arrivano nuovi inquilini vengono accolti bene e si inseriscono al meglio in questo gruppo affiatato. Alcune di queste persone sono diventate vere e proprie amiche e amici con cui si condivide la vita, dal festeggiare la fine dell’anno ad andare in vacanza e a concerti. Durante il covid è stato spettacolare: avendo il giroscale a ringhiera riuscivamo, sempre mantenendo le distanze, a chiacchierare, scambiare informazioni e a fare i brindisi di tutti i compleanni sui pianerottoli. E se qualcuno rimaneva in quarantena sapeva che aveva sostengo. In quel periodo questo rapporto si è esteso a tutto il condominio: organizzavamo appuntamenti alle finestre e balconi con musica, brindisi e chiacchiere.
Quale consiglio daresti ad altre persone che vivono in un condominio e vorrebbero creare un ambiente simile di collaborazione e amicizia?
Di essere propositivi e avere fiducia nelle persone. Tutti stanno bene a stare insieme, ma purtroppo c’è paura e diffidenza. Si tende a mettersi sulla difensiva per proteggersi ed è un peccato perché si perdono occasioni. Fare il primo passo spesso apre porte che poi si rivelano veramente belle. Riuscire a creare una comunità di scala aiuta a stare meglio e sentirsi al sicuro.
Autrice: Anna Michelazzi