Giada Lombardo, ventidue anni, è una promessa delle bocce che ha sorpreso tutti con la sua vittoria al campionato italiano di serie C svoltosi a Zanè in Veneto, un titolo che a Bolzano mancava da diverse decine d’anni. Bolzanina, studentessa universitaria e appassionata di sport, Giada racconta la sua avventura in un mondo che l’ha conquistata, grazie alla serenità e concentrazione che riesce a mantenere in campo. Ambiziosa e determinata, sogna già un futuro con la maglia azzurra, senza dimenticare la sua passione per il miglioramento continuo.
Ciao Giada, raccontaci un po’ di te…
Mi chiamo Giada Lombardo, ho ventidue anni e sono nata e cresciuta a Bolzano. Studio all’Università di Rovereto, al corso di “Interfacce e Tecnologie della Comunicazione”, e sono al terzo anno. Prima ho frequentato il liceo delle scienze umane con indirizzo musicale e ho giocato per un sacco di anni a pallavolo, prima di cimentarmi con le bocce.
Quando ti sei avvicinata alle bocce?
Ho iniziato a giocare a bocce circa un anno e mezzo fa. I miei genitori praticano questo sport da oltre 30 anni e, un giorno, ho deciso di provarlo come hobby. Mi è piaciuto subito: mi rilassava e mi permetteva di svuotare la mente. Dopo un po’, i miei genitori mi hanno spinta a partecipare a delle gare. All’inizio ero scettica, ma man mano che miglioravo, mi sono appassionata sempre di più.
Com’è stata al campionato?
La vittoria al campionato è stata una sorpresa anche per me. Non pensavo di essere all’altezza: temevo di perdere subito. All’inizio la pressione era forte, perché mi sentivo sotto le aspettative di chi mi conosceva. Ma una volta entrata in campo, ho cercato di restare concentrata e di dare il massimo. Superato il girone, ho capito che ogni passo successivo sarebbe stato un bonus, quindi ho giocato con più serenità. Alla fine, ho vinto senza rendermene conto subito. I miei genitori erano entusiasti, io ho realizzato solo dopo quanto fosse accaduto.
Cosa ti ha aiutato a vincere?
La chiave è stata mantenere la calma, soprattutto nelle prime partite. Le bocce sono uno sport di precisione, e ogni errore può fare la differenza. Ho cercato di non farmi influenzare dal risultato e di restare concentrata sul gioco, senza lasciare che le emozioni prendessero il sopravvento. Quando il gioco diventa mentale, riuscire a mantenere lucidità è fondamentale.
Cosa ti aspetti per il futuro?
Mi alleno regolarmente, tre volte a settimana, e mi concentro su costanza e concentrazione. L’anno prossimo entrerò nella categoria B e spero di venire convocata per il campionato di B. Un giorno, il mio sogno sarebbe giocare per la Nazionale, ma al momento mi concentro sul miglioramento continuo, senza crearmi troppe aspettative.
Come descriveresti il tuo stile di gioco?
Il mio punto forte è la freddezza in campo. Non lascio trasparire emozioni, sia quando sono in vantaggio che quando sono in svantaggio. La concentrazione è fondamentale: se ti agiti, rischi di perdere lucidità e commettere errori.
Ti manca qualcosa della pallavolo?
La pallavolo mi ha dato emozioni forti, soprattutto nei momenti in cui riuscivo a fare una difesa spettacolare o a recuperare un pallone difficile. Però, nelle bocce trovo un altro tipo di soddisfazione, più legata alla concentrazione e alla calma. Non c’è la stessa pressione, e questo mi permette di giocare con più serenità.
Com’è la situazione delle bocce a Bolzano?
A Bolzano le bocce sono ancora viste come uno sport per anziani. Tuttavia, in altre regioni d’Italia, ci sono molti più giovani che praticano questo sport. Ci sono scuole di bocce e una vera e propria cultura intorno a questo gioco. Qui, purtroppo, c’è meno visibilità, ma spero che le cose possano cambiare: abbiamo un bocciodromo con dieci campi e sarebbe bello se ci fossero più opportunità per i ragazzi.
Autore: Niccolò Dametto