Hockey a Bolzano: non solo Foxes!

Attualità | 2/5/2024

Il mondo del hockey su ghiaccio in Alto Adige è fortemente segnato dalla presenza del HCB Foxes; ma non esistono solo loro! Lo può confermare Roberto Scelfo, ex giocatore di hockey su ghiaccio italiano e oggi allenatore delle giovanili. Ha giocato per quasi tutta la sua carriera con la maglia del Renon, tra prima e seconda serie, ed è uno dei pochi portieri militanti nel campionato italiano ad avere all’attivo una rete segnata. Oggi parliamo assieme a lui di hockey altoatesino.

Ciao Roberto, raccontaci un po’ chi sei… 

Sono Roberto Scelfo ho 53 anni e sono cresciuto a Renon, con mamma altoatesina di Renon e papà siciliano; ho anche un fratello. Sono sposato e padre di tre figli (Michaela, Lorenzo e Victoria) e giovane nonno (ho già due nipotini).
La mia più grande passione era il calcio, fino a quando non ho conosciuto l’hockey su ghiaccio.

Come ti sei avvicinato al mondo dell’hockey?

Mi sono avvicinato a questo stupendo sport tramite amici. Andavamo a giocare al lago di Costalovara, avevo dieci anni.

Come hai deciso di diventare allenatore?

Dopo 23 anni di attività agonistica ho deciso di smettere e di dedicarmi alla famiglia, ma mi mancava la pista da ghiaccio e ho incominciato ad allenare le piccole categorie del Renon.
Dopo alcuni anni nel settore giovanile mi è stata data la possibilità di fare il viceallenatore della prima squadra, vincendo da subito il primo titolo della storia del Renon. Dopo quattro anni con la prima squadra mi sono trasferito a Trento per un progetto importante: far crescere l’hockey anche lì. Siamo partiti con 80 bambini, con categorie che arrivavano fino all’under 15. Dopo sei anni di lavoro siamo arrivati a 130 bambini circa e tutte le categorie nel settore giovanile.

Che squadre segui al momento?

Al momento seguo i ragazzi della categoria U16/U19 del Renon, ma lavoro anche con i più piccoli. In passato ho fatto parte dello staff tecnico della nazionale giovanile e senior.

Il lato più bello dell’essere allenatore?

Sono molti gli aspetti positivi! I ragazzi sono delle spugne e hanno tanta voglia d’imparare, sono curiosi e alla fine quando vedi i loro progressi ti senti felice per loro.
Alto Adige non significa solo Foxes… L’Alto Adige ha bisogno dei Foxes per dare visibilità e, un altro aspetto importante, dare stimoli ai giovani ragazzi di raggiungere un sogno, giocare per la squadra più importante in Italia.

Perché consiglieresti ad un ragazzo di iniziare a giocare ad Hockey?

L’Hockey è lo sport più veloce al mondo, dove nello stesso momento devi tenere l’equilibrio, pattinare, controllare un piccolo disco con una stecca e trovare la soluzione di gioco giusta. Durante la partita si gioca duro ma sempre rispettando l’avversario e a fine partita si ritorna amici.

Cosa cerchi di trasmettere ai tuoi ragazzi?

Cerco di trasmettere la passione, la voglia di mettersi in gioco, di non mollare mai, di credere sempre in sé stessi e avere rispetto per gli altri.

Nella nostra regione ci sono abbastanza palazzetti? Sono in buone condizioni?

In Alto Adige dobbiamo essere felici per tutti i palazzetti che abbiamo, che sono peraltro in ottime condizioni. La cosa più importante secondo me però è utilizzare il ghiaccio al meglio, lavorando sui dettagli e accompagnando con attenzione la crescita dei ragazzi.

Autore: Niccolò Dametto

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