Alla ricerca dei suoni perduti

Attualità | 8/2/2024

Oggi incontriamo Francesco Gigliotti, collezionista, ricercatore indipendente, musicista, viaggiatore. Da anni colleziona antiche macchine parlanti e registrazioni sonore.

Come è nata questa tua passione?

Da bambino quando andavo al bar di mio zio in Calabria mi capitava di ascoltare la musica provenire dal Juke Box. Curioso, ascoltavo e osservavo. Non riuscivo a comprendere come da un disco di plastica potesse uscire la musica. Fu così che iniziai la mia ricerca frequentando biblioteche, musei e archivi. L’interesse si è poi trasformato in passione: da oltre 25 anni cerco e colleziono “macchine parlanti e suoni”. Non mi sono ancora fermato.

La tua collezione da cosa è composta?

La collezione è composta da macchine parlanti inventate per la registrazione acustica, quindi dal 1877 fino ai giorni nostri. Si tratta di fonografi, grammofoni, radio valvolari e registratori di ogni natura: a rullo di cera, a filo di stagno, a bobina, a disco e digitali. La collezione comprende inoltre documenti scientifico-informativi, libri, articoli di stampa dell’epoca, monografie, fotografie e autografi di musicisti e cantanti famosi.

Ci sono anche registrazioni sonore?

Certo, ci sono centinaia di cilindri sonori di fine 1800, svariati cataloghi di dischi a 78, 45 e 33 giri, cassette audio e bobine sonore. I generi delle registrazioni sono vari e tra queste si trovano anche la voce di Mahatma Gandhi e quella del mitico Che Guevara.

Qual è la tua registrazione più antica?

Il primo disco registrato in Italia nel 1895 dal titolo “La Risata”, cantato dal napoletano Berardo Cantalamessa e marcato Berliner.  

Qual è il fonografo più rappresentativo della tua collezione?

Il più famoso fonografo di T.A. Edison, quello del 1888, il modello “CLASS M” con motore elettrico. Una rarità mondiale!

Quali eventi hai organizzato per promuovere la tua ricerca?

Dal 2017 sono responsabile del progetto “ArcheoPhonica Sound & Media Research” che si occupa di ricerca e archiviazione di documenti fonografici e mezzi di comunicazione sonora. Dopo il loro ritrovamento all’interno del Phonogrammarchiv di Vienna, mi sono occupato della presentazione delle prime registrazioni audio in dialetto tedesco e ladino effettuate in Alto Adige tra il 1906 e il 1918. Ho organizzato tre mostre: Bolzano, Ortisei e Merano.

Qualche curiosità?

Durante la mostra a Bolzano è stato registrato su cilindro di cera il brano jazz “Tiger Rag” eseguito dal vivo dalla Tiger Dixie Band di Bolzano/Trento.

Hai un sogno?

Si! Realizzare il “PhonoMuseum”, un grande spazio aperto al pubblico dedicato alla storia della comunicazione acustica, dove poter conservare macchine parlanti, apparecchi fonografici, grammofoni, antiche radio e documenti scientifici. Uno spazio condivisibile da altre realtà associative locali, come quella del cinema, del teatro e della fotografia. La città di Bolzano potrebbe vantarsi finalmente di un polo museale unico nel suo genere, così come Vienna, Berlino, Parigi, Torino, Roma e Bologna.

Autrice: Sara Rosca COOLtour

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