Domenica 12 novembre dopo una lunga malattia se n’è andato a soli 59 anni Francesco Brazzo, una delle figure più significative del panorama musicale altoatesino. Il suo ricordo resterà indelebile a lungo nella memoria di tutti coloro che hanno avuto l’occasione e la fortuna d’incontrarlo.
Nato in una famiglia musicale dove soprattutto regnavano gli strumenti a corda, Brazzo si era dotato di una formazione musicale solidissima, diplomandosi al Conservatorio di Bolzano, prima in tromba con Iginio Ferrari e poi in composizione con Francesco Valdambrini. Come compositore Francesco Brazzo dal 1989 al 1996 ha realizzato diversi lavori sinfonici commissionati da Orchestra Haydn e Festival Musica contemporanea, accanto a lavori cameristici richiesti da Quartetto di Torino, Settimane Mahleriane, Festival di Musica Sacra e Filmfestival della Montagna. Per diversi anni ha realizzato anche arrangiamenti orchestrali di brani natalizi, eseguiti nella basilica di Assisi in occasione delle festività e trasmessi in televisione dalla Rai nazionale. Diverse sono state anche le sue incursioni musicali in campo teatrale, ma dalla metà degli anni ’90 i contesti in cui ha profuso le sue grandi energie sono stati soprattutto l’insegnamento presso l’Istituto Musicale in lingua italiana (oggi Scuola di musica Vivaldi) e la pratica musicale della musica irlandese. Nell’insegnamento è stato un punto di riferimento per generazioni di musicisti in erba, occupandosi di teoria musicale, armonia e musica d’insieme. In quest’ultimo ambito proverbiale è stata la sua capacità di lavorare sui materiali musicali, anche di repertorio, creando arrangiamenti ed adattamenti in grado venire incontro alle più diverse esigenze, anche estemporanee. Rispondendo in questo modo alla sua idea inclusiva di rendere la musica il più possibile una gioia per tutti, a prescindere da capacità tecniche e competenze acquisite.
Polistrumentista, oltre alla tromba era in grado di suonare anche pianoforte, chitarre, violino e viola, sassofono, trombone, flauto dolce, e – con grande maestria – tutti gli strumenti a fiato della musica irlandese tra cui i “whistles” e la Uilleann pipe, la cornamusa irlandese.
IL RICORDO
I ricordi personali che mi legano a Francesco Brazzo sono molteplici e variegati, dovuti anche ad amicizie comuni e frequentazioni personali. Di lui mi hanno sempre colpito la modestia a fronte di straordinarie capacità e competenze musicali, e la sua indefessa esigenza interiore di andare alla ricerca di quello che fosse il vero nucleo della sua passione. Senz’altro la sua strada – dopo il primo periodo di (alta) formazione e diversi esperimenti – è riuscito a individuarla in due direttrici principali. Innanzitutto quella del facilitatore e dell’animatore musicale, prima ancora che del formatore. In questo modo Brazzo ha portato avanti anche l’esperienza scoutistica che in gioventù l’aveva entusiasmato e indirizzato, anche e soprattutto dal punto di vista dei valori personali e interpersonali. Il secondo aspetto in cui Francesco Brazzo è riuscito ad esprimersi è senz’altro quello della pratica musicale, identificando ad un certo punto soprattutto la musica irlandese come veicolo prediletto. è in quel campo che è riuscito a incanalare ed esprimere la gioia del “fare musica”, trasmessa e condivisa anche ai suoi figli e alle tante persone che gli sono state accanto, cantando e suonando, in questi anni. Ma non va dimenticato che la passione creativa e autoriale di Francesco Brazzo ha trovato modo anche di esprimersi attraverso la realizzazione di un cospicuo catalogo di canzoni e materiali didattici per bambini, anche in collaborazione con il fratello Davide. La scomparsa di Francesco Brazzo è una grave perdita per i tantissimi che ne hanno apprezzato le qualità umane e musicali. Ma la sua semina nei campi della musica, resi fecondi dal suo entusiasmo e dalle sue grandi capacità di coinvolgimento, continuerà a dare frutti anche in futuro. Ne siamo assolutamente certi.
Autore: Luca Sticcotti