C’è tempo fino al 7 gennaio per visitare la mostra “Walter Bonatti, stati di grazia. Un’avventura ai confini dell’uomo”. Organizzata dal Museo Nazionale della Montagna di Torino, la mostra è stata fortemente voluta dal Cai di Bolzano, che, grazie al Comune che ha concesso il patrocinio, ha ottenuto gli spazi della centralissima Galleria Civica.
L’esposizione è un’avventura ai confini dell’uomo dedicata a Walter Bonatti, alpinista ed esploratore, che ha saputo andare alla scoperta non solo della montagna e del mondo, ma soprattutto di se stesso, attirato dal senso di avventura e dai viaggi nell’ignoto che portano a confrontarsi con il sé.
Perché portare una mostra su Walter Bonatti a Bolzano?
Maurizio Veronese, presidente del CAI Bolzano – Il capoluogo aveva già risposto molto bene diversi anni nel 2005 fa quando Bonatti era venuto in città per la mostra “Fermare le emozioni”, sempre alla Galleria Civica, e ad una successiva conferenza all’Auditorium Roen.
Io ho visto questa mostra a Torino due anni fa, me ne sono innamorato, e ho lavorato affinché Bolzano potesse godere di questa cosa.
Daniela Berta, Lei è la direttrice del Museo Nazionale della Montagna. Perché avete scelto Bolzano per questa mostra?
Daniela Berta – Abbiamo trovato qui a Bolzano una forte affezione per la figura di Walter Bonatti e lo sforzo del Cai Bolzano, e anche la disponibilità degli spazi da parte della città ci ha consentito di proporre un adattamento di questa esposizione. Qui a Bolzano c’è molta attenzione per i temi che riguardano le terre alte e sicuramente la presenza di Reinhold Messner, anche il suo legame personale con Bonatti, è un elemento che può contribuire a incrementare l’interesse per un’esposizione, attraverso la quale vogliamo raccontare l’approccio di Bonatti all’avventura verticale e all’avventura orizzontale.
Un grande tema di questa mostra sono le sue esplorazioni…
Non volevamo appiattire la figura di Bonatti sulla sua attività alpinistica, pur essendo noi un museo della montagna, perché leggendo i suoi scritti, ascoltando le sue interviste, lavorando sul suo archivio, è emerso quanto fossero per lui parimenti importanti anche le esplorazioni nelle terre all’epoca non ancora conosciute, che oggi invece lo sono.
Autore: Till Antonio Mola