Con più di 2000 reti segnate Dean Turkovic è uno dei giocatori più forti che abbiano mai giocato a Bolzano. Di origine croata, nel 2011 approda a Bolzano e acquisisce in seguito la cittadinanza italiana. Dopo dodici anni a Bolzano, Dean gioca ancora nella prima squadra con il ruolo di capitano. Oggi andremo a scoprire il perché del suo arrivo a Bolzano e cosa ci fa ancora qui.
Ciao Dean, dicci qualcosa in più di te…
Sono Dean Turkovic, ho 36 anni e sono nato a Pola, una città situata all’estremo sud della penisola istriana, in Croazia. Da dodici anni gioco per l’SSV Bozen, squadra di cui sono capitano da quattro anni. Gioco per la nazionale dal 2011 e ho una settantina di presenze con la maglia azzurra.
Come ti sei avvicinato alla pallamano?
La mia strada era già segnata. Mio padre è stato un pallamanista ed un allenatore e mio fratello ci giocava. Anche se, a dire il vero, avrei sempre voluto giocare a calcio con i miei amici, ma siccome abitavamo a cinque chilometri dalla città mio padre mi disse “Se vuoi posso accompagnarti a pallamano in macchina, se vuoi giocare a calcio devi andare a piedi”. Abbandonai così l’idea di giocare a calcio… (ride, ndr).
Come sei arrivato a Bolzano?
A 23 anni decisi che era tempo di cambiare e di provare nuove esperienze. Avendo il nonno con la cittadinanza italiana (che dopo presi anch’io), sapevo che la strada più facile era quella di andare in Italia. Bolzano all’epoca era stata appena promossa in serie A e la società aveva un progetto serio con l’ambizione di puntare al titolo italiano. Così quando l’allenatore Ljubo Flego mi ha chiamato ho colto subito l’occasione, ed eccomi qua…
Dopo 12 anni sei ancora a Bolzano, cosa ti ha spinto a rimanere?
All’inizio non conoscevo la città e non pensavo sicuramente di rimanerci per 12 anni. La squadra si è dimostrata fin da subito molto buona: il primo anno abbiamo vinto la Coppa Italia e il Campionato Italiano, l’anno dopo abbiamo fatto il bis e negli ultimi dodici anni abbiamo vinto altri dieci titoli. Gli anni passavano e la squadra ha sempre lottato nei vertici della pallamano, così io sono rimasto.
Questa è stata la mia motivazione sotto un punto di vista sportivo, dall’altra parte Bolzano e in generale l’Alto Adige sono un posto bellissimo e affascinante. Viaggiando molto ho avuto la possibilità di vedere tantissimi posti belli, ma mi ritengo fortunato di poter vivere qui.
Ti manca la Croazia?
Dopo 12 anni qui, Bolzano la sento come una seconda casa ed essendo abbastanza vicino alla Croazia (meno di 5 ore in macchina) ci torno spesso. In questi anni tantissimi amici e famigliari sono venuti a trovarmi.
Ma una cosa che proprio mi manca tanto è il mare, soprattutto quando qui le giornate iniziano a farsi calde.
Finita la tua carriera sportiva hai intenzione di rimanere?
Mi mancano ancora due anni di contratto, finiti questi valuterò se continuare oppure andare in pensione dalla pallamano. Ma attualmente sono del pensiero che prima o poi tornerò in Croazia.
In cosa può migliorare Bolzano?
Dal punto di vista sportivo penso che si potrebbe migliorare tanto, soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture, che da quando sono a Bolzano sono cambiate poco. Poi mi piacerebbe che si proponessero sport meno conosciuti ai ragazzini già alle elementari così che poi crescendo hanno più possibilità di scegliere quale sport praticare.
All’infuori dello sport la città la vedo molto ordinata, però per quello che offre ai giovani la vedo molto cara.
Autore: Niccolò Dametto