L’integrazione dei lavoratori stranieri in Alto Adige fa bene a tutti, non solo a loro stessi ma anche all’intero tessuto sociale che li circonda. Com’è noto sono diversi i settori produttivi in provincia di Bolzano che lamentano una cronica mancanza di forza lavoro e molto spesso la risposta a questa domanda può giungere anche attraverso nuovi cittadini che vengono molto da lontano. è il caso di Ade, che arriva dalla Nigeria e da qualche anno vive con la sua famiglia a Sluderno, in Alta Venosta.
Ade ha 33 anni e viene dalla Nigeria. Vive con la moglie e due figli piccoli in un alloggio comunale nel centro di Sluderno, in val Venosta.
È di fede cristiana, mentre la moglie è di religione islamica: una diversità che le rispettive famiglie non hanno mai accettato, il che, unito ai problemi sociali esistenti in Nigeria, li ha spinti a trasferirsi a Bolzano.
Inizialmente sono stati assistiti dall’Associazione “Volontarius”; poi, nell’ambito dei progetti “Sistema Accoglienza Integrazione”, hanno trovato un alloggio in Val Monastero, al confine con la Svizzera. Successivamente la Comunità comprensoriale, che gestiva il progetto SAI, si è rivolta al Comune di Sluderno, chiedendo la disponibilità di un appartamento per una famiglia.
Secondo il sindaco di Sluderno, Heiko Hauser, quando il Comune ha messo a disposizione l’appartamento, nessuno sapeva chi avrebbe fatto domanda. Tuttavia, il fatto che la famiglia provenisse dalla Nigeria non è mai stato un problema: al contrario, fin dall’inizio si è creato un clima di apertura e apprezzamento reciproco. Il fatto che i figli di Ade frequentino la locale scuola per l’infanzia e ci siano interessi comuni, come la passione per il calcio, ha aiutato a stringere i rapporti.
Oggi Ade fa parte della squadra di calcio “Altherren Sluderno” ed è impegnato in varie associazioni del luogo.
Il progetto SAI è stato di grande appoggio nella fase transitoria, riferisce Ade: ha permesso a lui e alla moglie di imparare il tedesco, oltre all’italiano, nonché di essere introdotti a usi che in Nigeria non esistevano, come la burocrazia o il pagamento di diversi servizi regolari, quale la tassa sui rifiuti.
Oggi la famiglia fa parte della comunità di Sluderno ed è felice di vivere e lavorare lì.
Ade è stato fortunato, perché la messa a disposizione di alloggi per persone con background migratorio non sempre funziona così bene: la carenza di alloggi ha effetti particolarmente negativi sulla situazione abitativa di persone vulnerabili. Spesso basta un nome dal suono straniero o un aspetto diverso da quello della maggioranza della popolazione per far sì che le porte restino chiuse.
Autore: Luca Sticcotti