L’Alto Adige in un secolo di letteratura

Attualità | 20/4/2023

E’ stato presentato nei giorni scorsi a Bolzano il nuovo lavoro dell’insegnante e scrittore bolzanino Carlo Romeo, una sorta di “viaggio storico” intorno ai ritratti dell’Alto Adige fissati nelle pagine di narratori, poeti, giornalisti e letterati di lingua italiana.

Carlo Romeo, bolzanino classe 1962, accanto al suo lavoro di professore – insegna da oltre 30 anni al liceo classico Carducci – si è sempre occupato a fondo della storia moderna e contemporanea dell’Alto Adige, di cui è considerato uno dei massimi divulgatori. In tutti questi anni, il professore non ha mai nascosto l’altra sua grande passione: la letteratura. Lui stesso è autore di un romanzo dal titolo “Partisan”, recentemente ristampato da Raetia edizioni, in cui ricostruisce la figura del sudtirolese Karl Gufler negli anni della seconda guerra mondiale e dell’occupazione nazista. 
Ma è nel suo ultimo lavoro, “Scorci di un confine. L’Alto Adige in un secolo di letteratura italiana”, edito da Alpha & Beta, che Carlo Romeo riesce ad unire queste sue due grandi passioni. Il  libro è stato recentemente presentato a Bolzano, e noi ne abbiamo approfittato per scambiare due parole con l’autore.

Professore, è corretto affermare che il libro sia la storia dell’Alto Adige, raccontata attraverso la letteratura in lingua italiana?

In un certo senso sì, possiamo dire che si tratta di un viaggio attraverso un secolo di romanzi, racconti e poesie, in cui io ho cercato di individuare quale fosse la prospettiva da cui questa terra veniva raccontata. Possiamo dire che è un saggio storico, che ha come oggetto la letteratura e le immagini che vengono create da scrittori e poeti. Questo ci permette di intravedere bene anche il cambiamento del territorio e le trasformazioni della prospettiva. Ad esempio, negli anni venti e trenta del novecento, è sicuramente una percezione esterna. Nel periodo successivo cominciano a comparire gli autori nati qui e quindi c’è una vicinanza con il territorio, un’empatia. Quindi sì, con questo libro intendo raccontare la storia di questa terra attraverso le prospettive che la letteratura ha creato.

Il libro è corposo, conta oltre 300 pagine. Ha inserito degli estratti di alcune opere?

Si tratta di un saggio che contiene delle citazioni, quando occorre. Il libro non è piccolo, non è il libro di una sera. Ho sempre cercato di accompagnare la riflessione sulla letteratura con la contestualizzazione. Anche il lettore che non conosce la storia di questa terra, può trovare delle schede in cui ci sono dei riassunti molto brevi, che forniscono delle chiavi di lettura che rispondono a domande come: “questo romanzo in che contesto si cala?” ,“di cosa parla?”. Questo è il motivo per cui il libro è così voluminoso.

Come ha affrontato il lavoro? Ha prima individuato i temi e poi li ha approfonditi?

Ci sono dei capitoli che seguono il filo del tempo, in cui cerco di far emergere  un modo di vedere l’Alto Adige. Le faccio un esempio: subito dopo l’annessione, lo sguardo è quello di una nuova provincia ottenuta dall’Italia, quindi, di una provincia tedesca che deve essere italianizzata. Diciamo che ogni spazio del tempo ha anche un suo modo di vedere questa terra.

Autore: Till Antonio Mola

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