Problema abitativo: facciamo il punto

Attualità | 23/2/2023

Maurizio Surian, Presidente del Centro Casa Mieterschtz che ha sede a Bolzano in piazza Matteotti, illustra le problematiche legate al tema dell’abitare a Bolzano. 

Surian, che ruolo ricopre il Centro Casa Mieterschutz? Di recente, avete siglato qualche accordo in merito al tema abitativo?

Siamo un’associazione nata da un’idea dei tre sindacati, CGIL CISL e Uil, che opera da oltre 40 anni offrendo assistenza agli inquilini e ai piccoli proprietari. Operiamo e diamo assistenza nella compilazione delle domande Ipes, nella stesura di contratti di affitto, controllo delle spese condominiali, registrazioni e attestazioni. Per i casi difficili o per la gestione degli sfratti, però, ci avvaliamo della consulenza di una legale. Abbiamo sottoscritto e rinnovato gli accordi territoriali che determinano i contratti di locazione convenzionati o concordati. Qui, proprietario e inquilino si accordano per un canone compreso tra un minimo e un massimo, sulla base delle zone in cui è suddiviso il territorio comunale e delle caratteristiche della casa.

Quali categorie di persone necessitano maggiormente, in questo momento, di una abitazione nella città di Bolzano? E, di conseguenza, quali possono essere le relative soluzioni?

Oggi tutti necessitano di una abitazione a Bolzano, o nelle immediate vicinanze. Dal cittadino autoctono, che vuole crearsi una famiglia, a coloro che vengono qui a lavorare o a studiare. I problemi sono vari: dai costi elevati, alla mancanza di terreni dove costruire nuove abitazioni.
Non vogliamo cementificare la città, ma non possiamo neppure permetterci di aspettare la realizzazione di lunghi progetti; servono interventi ravvicinati. Si potrebbe vedere se è possibile ampliare ciò che è già costruito, intervenendo sui costi dei terreni. Un altro tema è quello della contribuzione provinciale che, in qualche modo, pur avendo aiutato molte famiglie, ha contribuito a far lievitare i costi dell’abitare in Alto Adige. Sono tutte questioni che le varie Associazioni che si occupano del tema ribadiscono da anni, ma senza un intervento deciso del mondo politico non si può fare nulla.

Cosa pensa del “cohousing” e dell’abitare multigenerazionale, ovvero condomini dove gli inquilini svolgono attività di tipo sociale ottenendo un’abitazione a bassi costi?

Sento voci discordanti su questa iniziativa, che a Bolzano si è realizzata attraverso il progetto Rosenbach. Prendendo la nuova legge sull’edilizia sociale, la quale ha un articolo dedicato su questo tema, si può iniziare a fare qualcosa di concreto in attesa della costruzione di case in nuove aree.
Inoltre, credo che i progetti di foresterie nella zona produttiva – che prevedono alloggi disponibili per i lavoratori – non siano una soluzione, ma solo un inizio. Sottolineo però che non si può “ghettizzare” chi viene qui a lavorare, bisogna tener conto del bisogno di relazioni sociali.

In questo quadro, che influenza hanno gli appartamenti sfitti in città? Sono un numero eccessivo?  

Il numero degli alloggi sfitti non si conosce. Come Centro abbiamo richiesto più volte che venga fatta un’anagrafica degli alloggi vuoti. La Presidente Ipes ha di recente dichiarato di avere oltre 400 alloggi sfitti nel comune di Bolzano e oltre 800 nell’intera Provincia. Questo è un dato negativo che sommato al numero degli alloggi sfitti privati, che possono essere oltre un migliaio, sta mettendo in difficoltà chi cerca casa. Serve un tavolo di confronto continuo tra Provincia, Comuni, Associazioni degli inquilini e dei proprietari per trovare soluzioni adeguate e cercare di contenere i costi.

Autore: Andrea Dalla Serra

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