Un inverno caldo e secco

Attualità | 23/2/2023

Il cambiamento climatico è sotto i nostri occhi. In tutte le località dell’Alto Adige in questi mesi invernali sono risultate evidenti le temperature sopra la media e la scarsità di precipitazioni. Per un’analisi della situazione ci siamo messi in contatto con un esperto meteorologo.

In città sono in molti a preferire il sole che splende, le temperature miti e un assenza pressoché assoluta di precipitazioni. E questo in tutte le stagioni, specie in inverno. La situazione non cambia in montagna dove in questo caso sono i turisti a farla da padrona, desiderando un bel cielo azzurro a coronare il paesaggio. In montagna, però, d’inverno, è necessaria la neve, sia essa naturale o prodotta artificialmente per alimentare le piste da sci. E in questo caso a venire in aiuto sono la tecnologia e le basse temperature notturne, quando ci sono. Altro discorso è quello che riguarda l’ecosistema che, come sappiamo, ha bisogno che le stagioni facciano ognuna il proprio mestiere. Che – per quanto riguarda l’inverno – vuol dire neve e freddo. Ovvero proprio gli elementi che in questa stagione 2022/2023 paiono maggiormente scarseggiare. 

L’INTERVISTA

Dieter Peterlin, cosa possiamo dire sulle temperature che sono state registrate durante questo inverno?

Il clima è stato troppo caldo in tutti e tre i mesi invernali. In dicembre poco più caldo, ma molto più caldo poi soprattutto in gennaio e anche adesso in febbraio. A fine febbraio potrebbe essere che le temperature diminuiscano, ma il mese comunque si chiuderà sopra media. La media di tutto l’inverno è stata più o meno un grado sopra il livello degli ultimi 30 anni. 

Un grande tema è poi quello della siccità…

Sì. Ha piovuto e nevicato meno rispetto agli ultimi anni. La siccità ha riguardato gran parte del territorio, ma soprattutto ha riguardato l’ovest e il sud della provincia. L’eccezione, ovvero l’unico posto in cui siamo un po’ sopra la media, è la Valle Aurina dove a inizio febbraio ha fatto una grande nevicata. In dicembre come precipitazioni siamo stati appena sotto la media, ma la siccità si è fatta sentire anche in questo caso soprattutto in gennaio e febbraio. La siccità di quest’anno non è un fatto eccezionale, due anni fa in questo senso abbiamo avuto un vero e proprio record. In dicembre un po’ di precipitazioni ci sono state e anche a Bolzano città ha nevicato. 

In che senso allora dovremmo ora preoccuparci?

L’inverno scorso è stato abbastanza asciutto, poi non abbiamo avuto molte precipitazioni neppure nelle stagioni seguenti, e poi abbiamo avuto ora questo inverno povero di precipitazioni. è un trend che prosegue e potrebbe diventare poi un problema nella prossima bella stagione. Ancora non sappiamo cosa succederà. Se in primavera arriverà qualche bella perturbazione allora saremo a posto, ma se questo non accade… In ogni caso due inverni di seguito con poca neve non sono la migliore premessa.

I ghiacciai come stanno?

Male. Il trend è assolutamente negativo. Lo scorso anno è stato drammatico, il peggiore mai visto. Per i ghiacciai è proprio una catastrofe. 

Poca neve vuol dire problemi nel approvvigionamento idrico e non dimentichiamo che la sofferenza dei ghiacciai mette in discussione l’intero ecosistema dell’alta montagna, anche sotto il profilo della flora e della fauna specifiche. Il turismo invernale invece va a gonfie vele, nonostante il clima…

Con la neve artificiale si può fare tutto. 

Anche se in realtà le temperature sono molto elevate.

Sì, ma basta qualche giorno freddo e allora fanno tutta le neve che serve sulle piste. Che poi rimane anche se le temperature sono più alte di 5 gradi. 

Gli sciatori arrivano anche se la neve ce l’hanno solo sulle piste, ormai è appurato.

Sì, e nei prossimi anni probabilmente questa sarà una cosa normale. In ogni caso quest’anno ha nevicato il 9 dicembre in tutto l’Alto Adige e poi ancora il 15 dicembre. La stagione non era iniziata male. 

Con l’aspetto idrico come siamo messi? Anche in Alto Adige i fiumi sono davvero ridotti al minimo come portata…

Sì, siamo molto al di sotto della media. Siamo vicini alla primavera quando la neve si scioglie e quella fase non è ancora iniziata. Bisogna vedere cosa succederà nei prossimi giorni. Il 2023 è iniziato male, speriamo che le cose cambino nelle prossime settimane. 

Sappiamo che ogni previsione meteo oltre i 5 giorni è comunque sempre molto azzardata. Ma davvero non si può ancora dire nulla a proposito di quello che potrebbe succedere nel mese di marzo?

Il modello europeo di previsione dice che fino a metà marzo resteremo comunque sotto media, per quanto riguarda le precipitazioni. Grandi cambiamenti a questo proposito non dovrebbero essercene. 

Sull’approvvigionamento idrico ci sono stati già dei problemi in alta Venosta, nella zona di Burgusio…

Io posso parlare solo come meteorologo e posso dire che le zone più penalizzate dalle precipitazioni sono state l’ovest e il sud della provincia. La Val Venosta è sempre stata caratterizzata da precipitazioni meno abbondanti rispetto al resto del territorio, ma in questo caso l’effetto è ancora più accentuato. In Venosta, Val d’Adige, Bolzano e Bassa Atesina è piovuto davvero molto poco negli ultimi mesi. Nel nord della provincia e in Pusteria la situazione invece è più o meno nella media. 

Nell’ultimo anno almeno non ci sono stati fenomeni atmosferici devastanti, come successo qualche tempo fa con Vaia. è una magra consolazione?

Il 2022 è stato abbastanza tranquillo, ma sono mancati gli eventi estremi. Solo a livello locale abbiamo avuto qualche situazione critica, come ad esempio in Val Badia. Ma in questo caso si tratta di normalità. 

Qual è la situazione della fiducia della popolazione nei confronti delle previsioni meteo? Negli ultimi anni è cresciuta?

Quando ho iniziato le previsioni erano una cosa molto diversa da quelle attuali. Oggi sono molto più affidabili: ci sono molti più satelliti e stazioni meteo…

I cittadini sperimentano con mano insomma che quello che prevedete spesso effettivamente accade…

Sì, lo vediamo anche dagli accessi al nostro sito e alla nostra App, che aumentano di anno in anno… Lo vediamo anche dalla reazione della popolazione quando ci capita di sbagliare. Sono molti di più quelli che si lamentano, perché ora spesso le persone organizzano la propria vita proprio sulla base delle previsioni meteo. 

Le vostre previsioni specifiche per i comprensori sono molto utili. Non sarebbe però il caso di localizzarle ancora di più? Il territorio altoatesino è molto grande e molto diversificato a livello climatico, spesso nell’arco di pochi chilometri la situazione può cambiare e anche di molto…

Anche noi incontriamo questa difficoltà. Restando ad esempio sulla Val Venosta, spesso la situazione a Naturno è completamente diversa rispetto a Resia. Per questo vi posso dire in esclusiva che è in programma nelle proprie una update della nostra App con la quale sostituiremo le previsioni per comprensorio con una previsione per ogni singolo comune del territorio provinciale. è un modello che abbiamo sviluppato con l’Università di Innsbruck e che stiamo testando già da qualche anno. Le previsioni per comprensorio le facevamo noi meteorologi manualmente, ora invece passeremo ad un sistema automatizzato. 

Mappa delle stazioni meteo e radar precipitazioni resteranno invece invariate?

Le stazioni resteranno quelle, ne abbiamo un numero record rispetto al resto dell’arco alpino. Sul Macaion invece a fine estate o in autunno, speriamo venga realizzato finalmente un nuovo radar molto più affidabile e all’avanguardia. 

Si tratterà anche in questo caso di una struttura che verrà utilizzata, insieme, dalle province di Bolzano e Trento?

Sì, certo, è un progetto regionale.

Avete anche altre forme di collaborazione con i territori limitrofi? Il meteo per definizione si disinteressa dei confini politici…

A livello di Euregio abbiamo poi un progetto di collaborazione per la prevenzione delle valanghe.  
E rimane un collegamento molto stretto con Innsbruck, dove noi tutti abbiamo studiato. Lì viene fatta la ricerca, sulla quale ci basiamo. Del cambiamento climatico invece qui da noi si occupa Eurac. Con il bellunese abbiamo anche una forma di collaborazione, specialmente con Arabba. Con loro ci attiviamo in particolare se ci sono degli eventi nelle Dolomiti, così forniamo delle previsioni localizzate, in occasione di manifestazioni sportive internazionali o altro. 

Autore: Luca Sticcotti

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