Sabrina Valle è un amante delle lingue, della scrittura e del teatro. In occasione della sua esposizione a Show Your Talent, in Piazza Don Bosco, abbiamo deciso di intervistarla per scoprire qualcosa in più sulla sua vita.
Ciao, chi sei? Cosa fai?
Sono Sabrina Valle, in questo momento vivo a Casanova e lavoro come insegnante di lingue. Sono tornata qualche mese fa da un viaggio in solitaria in Messico (Chiapas) e al momento sto ultimando la mia fanzina. Sono una scrittrice, ma sin da piccola ho avuto anche una grande passione per il teatro.
Come è nata la passione per la scrittura?
La scrittura, soprattutto la poesia, mi permette di dire delle cose e mi soddisfa. Soprattutto con lo stile che utilizzo, la scrittura mi fa sentire a mio agio e riesco ad esprimere certi sentimenti e certi paesaggi. Scrivo in modo breve, rapido, poche frasi, poche parole. Ho sempre scritto: ho iniziato a Barcellona, ma ho sempre scritto. All’inizio scrivevo per me, poi nel tempo, soprattutto grazie al consiglio di alcuni amici e compagni di teatro, ho iniziato a pubblicare le mie poesie. Prima era una questione intima, le facevo leggere solo ad un’amica, poi la passione si è trasformata in un’azione pubblica.
Perché hai deciso di andare a Barcellona?
Sono stata ammalata. Ho avuto un grave caso di depressione e una volta che mi sono ripresa, ho continuato a fare quello che facevo prima: l’insegnante. Ma avevo bisogno di stimoli diversi, allora ho deciso di iscrivermi ad una scuola di teatro a Barcellona. Non sapevo la lingua e nemmeno cosa aspettarmi, ma alla fine mi è piaciuto e sono rimasta lì.
Cosa stai scrivendo al momento?
Questa che sto scrivendo adesso è una fanzina: un’autopubblicazione, autogestita e autofinanziata. Si tratta di una raccolta di poesie bilingue in italiano e spagnolo (sia quelle più vecchie di Barcellona sia quelle più recenti del mio rientro a Bolzano). È scritta in due lingue perché quando ero fuori scrivevo in spagnolo, quando sono rientrata invece ho ricominciato a scrivere in italiano. Insieme a Marta (illustratrice e editrice della fanzina) abbiamo deciso di scrivere la rivista in tutte e due le lingue, anche per il semplice fatto che così entro in contatto con culture diverse.
Parliamo un po’ di teatro invece…
In questo momento sono in fase di processo creativo, sto scrivendo due pezzi teatrali.
Lati a favore della poesia rispetto al teatro? Quale preferisci dei due?
Mhmm, domanda molto difficile… per me la poesia e il teatro sono entrambi due strumenti molto preziosi che mi permettono di esprimere i miei sentimenti. Mi permettono di aprire un dialogo con il mondo altro.
Nel teatro c’è un’atmosfera molto particolare. Come diceva la mia maestra di teatro: “il teatro è un luogo sacro”. Si è in grado di costruire una situazione di intimità con lo spettatore, ma questo succede anche con la poesia: siamo io scrittore e te lettore, che stiamo dialogando.
Dovessi decidere così su due piedi ti direi il teatro, ma solamente perché ne sono innamorata sin da quando ero piccolissima.
Qual è la tua più grande soddisfazione del tuo percorso artistico?
Ho avuto la fortuna di partecipare a certi gruppi e incontri, dove mi sono sentita piena, felice, realizzata. Incontrare altre persone che hanno le mie stesse passioni è la soddisfazione più grande.
Autore: Niccolò Dametto COOLtour