La storia che sta dietro un sorriso

Attualità | 1/12/2022

Il Sorriso-das Lächeln: dalla fondazione della cooperativa Il Sorriso Academy alla collaborazione con la Thun. Alessandra Marcucci ci racconta il loro percorso di crescita.

Com’è nata l’associazione, di cosa vi occupate?

L’associazione Il Sorriso-das Lächeln, di cui sono socia fondatrice, è nata dall’esigenza di unire famiglie con simili esperienze, riguardanti la trisomia 21. Ci supportiamo e sosteniamo a vicenda, oltre che creare cultura della disabilità sul territorio. Ci occupiamo di sostenere le famiglie e le coppie sin dalla prima comunicazione, post parto, e ogni volta che c’è bisogno.

Qual è il significato dietro al nome?

La scelta del nome “Il Sorriso” nasce dal voler immediatamente dare una connotazione positiva alla nostra esperienza di famiglie e genitori di figli con dis-abilità. Queste “diverse abilità” hanno come comune denominatore il meraviglioso sorriso dei ragazzi. Quando sono felici sono contagiosi, ed è una felicità che apre i cuori.

Quali progetti proponete?

Le proposte che offriamo sono alternative e di stimolo: come la musicoterapia, attività sportive e ludiche. Per proporre nuovi progetti a ragazzi maggiorenni e che hanno terminato il circuito scolastico, abbiamo deciso di fondare anche la cooperativa Sorriso Academy: abilità, arte e cultura. Le esigenze sono diverse e soprattutto dobbiamo occuparci dell’integrazione lavorativa e sociale. Noi crediamo nel loro diritto di diventare cittadini attivi, felici e sereni nelle loro diverse abilità.

Com’è nata la collaborazione tra Il Sorriso Academy e la Thun?

Negli ultimi anni abbiamo realizzato diversi progetti che, a cascata, hanno aperto altre incredibili strade, ed ora siamo approdati alla Thun grazie ad un articolo uscito sull’Alto-Adige un anno fa e grazie all’audacia di Lenet Group che ha saputo cogliere l’occasione e ha dato in gestione il famoso Bistrot “Caffè al Volo”alla nostra cooperativa. Abbiamo una bellissima sala che ci offre l’opportunità di realizzare molti sogni che avevamo nel cassetto.

Avete partecipato a un docufilm, di cosa si è trattato?

Qualche anno fa tra i tanti progetti abbiamo contribuito a sostenere un docu-film del regista Stefano Lisci: “Luca e Silvana”, che racconta del rapporto d’amore tra un uomo e una donna con sindrome di down e del loro faticoso percorso per arrivare a sposarsi in chiesa e poter vivere insieme! Un film che bisogna vedere!

Queste esperienze cosa vi lasciano?

Nei tantissimi progetti che abbiamo realizzato, ci siamo divertiti tanto! I nostri figli sono cresciuti insieme e abbiamo creato intorno a loro una bellissima rete di sostegno. Quindi ogni esperienza lascia qualcosa a noi come famiglie e ai ragazzi: un’enorme ricchezza fatta di incontri e amicizie pronte a durare per sempre.

Autrice: Ilaria Talamoni COOLtour

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