La pioggerellina sulla pelle, il profumo delle mele e dei fiori di sambuco: sono solo alcune delle sensazioni che il gruppo di persone non vedenti e ipovedenti percepisce durante le proprie gite ciclistiche in tandem. Katrin Joris, volontaria ipovedente del Gruppo Sportivo Dilettantistico Non-Semivedenti di Bolzano, racconta le varie attività sportive offerte insieme al supporto del Centro Ciechi St. Raphael.
“Credo sia importante far conoscere la nostra quotidianità alle persone senza disabilità. Mi accorgo sempre più spesso che molta gente non è abituata al contatto umano, una cosa che per noi ipo-non vedenti è di fondamentale importanza”, spiega Joris. Tra le discipline più praticate dalla società c’è il Torball, uno sport di squadra che è un misto tra il calcio e la pallamano, nel quale sono presenti dei campanellini che facilitano i 6 giocatori in campo a intuire la traiettoria del pallone. “È un’attività che portiamo spesso all’interno delle scuole in quanto, dotandosi di una mascherina per occhi, può giocarci chiunque. Infatti siamo a conoscenza di alcuni docenti che propongono questo sport durante le proprie ore di educazione fisica, coinvolgendo in particolare gli alunni con disabilità visiva”. Ad essere uno sport individuale è invece lo sci di fondo che, tra poco, ritornerà ad essere praticato dal Gruppo sulle piste di Lavazè e dell’Alpe di Siusi: “Nel periodo invernale proponiamo di sciare un paio di volte a settimana. C’è chi preferisce stare sul classico, sciando nelle canaline, e chi, avendo capacità visive migliori, pratica anche il ‘pattinato’, ma siamo sempre accompagnati da una persona vedente e indossiamo tutti una pettorina”. Nell’ultimo periodo si è venuto così a formare un gruppo affiatato che, come dice Katrin Joris, “si raduna in amicizia e mira a tessere relazioni”.
Una delle attività più caratteristiche è senza dubbio il ciclismo in tandem. Oltre alle pedalate verso Merano e Caldaro, gli atleti hanno sperimentato una gita di due giorni fuori Provincia. “Alcuni di noi sanno a memoria i percorsi ciclabili che facciamo ogni mercoledì tra maggio e settembre, quindi, conoscendo bene i tragitti locali, abbiamo fatto 140 Km lungo la pista ciclabile del fiume Po, partendo da Ferrara e arrivando a Comacchio”, continua Joris. Un ruolo cruciale, mentre si pedala in tandem, è la fiducia reciproca e, in questo caso, il costante dialogo: “Pur non vedendo, qualcuno è in grado di riconoscere il punto della ciclabile dove si trova, ma nonostante questo la descrizione del paesaggio da parte del pilota è molto importante, come anche la segnalazione di una curva o di una frenata brusca. Se non c’è fiducia si fa il doppio della fatica. In conclusione – dice Joris – penso che nell’immaginario collettivo ci sia l’idea che una persona con disabilità sia sempre infelice perché ha delle mancanze. Non è così. Si possono provare altre cose come, nel nostro caso, il ciclismo in tandem. I profumi e il clima che percepiamo mentre pedaliamo è una di quelle sensazioni che mi sento di definire davvero belle”.
Autore: Andrea Dalla Serra