Una maestra in pensione taglia in questi giorni il traguardo più importante, quello con il secolo di vita. Ad averci segnalato questa importante ricorrenza sono i suoi vicini di casa che ci hanno inviato anche questo ricordo biografico. Siamo certi che molti lettori – amici parenti, ex colleghi ex allievi avranno piacere di rincontrare, anche se solo in maniera virtuale, Livia Zendron.
Livia Zendron, classe 1922, già maestra e poi direttrice didattica di varie scuole della nostra regione e, da ultimo, delle scuole “Don Bosco” e “Longon” di Bolzano, ha vissuto e analizzato da quell’osservatorio privilegiato che è la scuola, con il suo sguardo vigile ed ematico al tempo stesso, per un lungo lasso di tempo, il divenire della nostra comunità.
Nata a Valda, in Val di Cembra, l’11 settembre 1922, durante gli anni Trenta frequenta le scuole a Trento presso L’Istituto Magistrale “Rosmini”.
Consegue il Diploma di maestra elementare proprio allo scoppio della seconda guerra mondiale. Lavora dapprima come applicata nel comune di Trodena ove, operando nei servizi anagrafici, entra in contatto diretto con la difficile realtà delle “opzioni”, conseguenti al patto Hitler-Mussolini, condividendo il disagio delle divisioni laceranti vissute dalle famiglie altoatesine.
Durante la guerra comincia anche la sua esperienza di insegnamento, dapprima a Termeno con gli sfollati dalle città minacciate dalle bombe. Ma non abbandona l’esperienza amministrativa: collabora con l’Ispettorato dell’Agricoltura per il calcolo della consistenza delle proprietà agrarie degli “optanti”. Alla caduta di Mussolini, le truppe tedesche dell’Alpenvorland riuniscono le province di Bolzano, Trento e Belluno. Nell’autunno del ‘43 Livia torna negli uffici del Comune di Trodena, alla cui reggenza è subentrato un segretario di lingua tedesca.
Alla fine della guerra torna finalmente ad insegnare, dapprima ad Aica nei Comune di Sciaves, ove la sua pluriclasse è ospitata nel sottotetto di un albergo dismesso. Il freddo le provocherà una grave forma reumatica cronica che l’accompagnerà sempre. Avrà comunque esperienze di insegnamento sempre più gratificanti, sia nella sua Val di Cembra, sia in terra ladina, a Penia in val di Passa. Cura contemporaneamente la sua formazione pedagogica, in contatto con la biblioteca magistrale di Milano e collaborando con riviste didattiche.
Il riacutizzarsi dei dolori reumatici la induce a cercare una sede in un luogo più mite e così nel 1951 torna ad un lavoro pedagogico-amministrativo nella segreteria del Provveditore agli Studi prof. Biscardo. Consegue la Laurea in pedagogia a Padova e si dedica alla traduzione dal tedesco di alcuni saggi pedagogici per la casa editrice “La Scuola”.
Nel 1959 inizia a Monguelfo in Val Pusteria la sua carriera di Direttrice didattica. Poi passa a Vipiteno. Seguono le sedi di Merano, Maia Alta e Bolzano, “Don Bosco” e” Longon”; per mancanza di titolari, deve talvolta reggere ulteriori sedi.
Nel 1978 decide di ritirarsi dal lavoro nella scuola elementare, ma non cessa il suo contatto con la scuola. In collaborazione con l’Assessorato provinciale alla cultura e formazione della Provincia autonoma di Bolzano e con l’Università di Bologna, contribuisce alla formazione di insegnanti ed assistenti e alla gestione di progetti innovativi in campo educativo.
Pur essendo lontana dalla vita professionale attiva da circa 30 anni, alimenta costantemente con la lettura e con l’uso di computer e smartphone la sua mente, sempre attenta e pronta alla risposta arguta sui più disparati argomenti, spaziando dalla politica, alla storia, ai temi religiosi, educativi ed etici.
è un piacere per chi la conosce e la frequenta, ascoltare il racconto delle sue esperienze passate e le sue valutazioni su temi di attualità, sempre lucide e puntuali, accompagnate da un sorriso sereno ed uno sguardo sempre giovane.