L’attività del gruppo di atleti del Centro Pista di Bolzano è da sempre e letteralmente, un’attività sportiva ‘fuori dal Comune’. Tra le varie discipline, il ciclismo, presenta anche la varietà su pista – praticata all’interno di un velodromo – che a Bolzano, però, è certo tra le meno diffuse. L’Associazione, presieduta da Salvatore Falcomatà, raduna i giovani atleti delle Società ciclistiche dai 12 ai 16 anni, consentendo loro di conoscere questa disciplina praticandola in veri e propri velodromi fuori Regione, una volta a settimana. In quest’ultimo periodo, però, si è fatta strada una valida alternativa: allenarsi anche alla Pista Zero.
Ne abbiamo parlato con Matteo Cagol, studente di Scienze della Formazione che, negli anni, grazie alla propria esperienza agonistica, ha visto diversi velodromi europei e, ora, punta a conciliare il ciclismo con diversi aspetti educativi.
IL VELODROMO MANCANTE
“Il nostro centro pista è caratterizzato dall’assenza di una struttura dove potersi allenare, ci definiamo un gruppo ‘itinerante’. Il problema di fondo è che per arrivare ad un velodromo dobbiamo percorrere circa 100km, questo non facilita sicuramente l’avvicinamento alla disciplina e impedisce un allenamento costante agli atleti” spiega Cagol.
In accordo con la Circoscrizione Don Bosco e il Comune, per la prima volta la Pista Zero è diventata dunque sede di allenamento ciclistico. “In seguito alle vittorie Olimpiche della bolzanina Antonella Bellutti, la Pista Zero è, fin dalla sua creazione, una struttura pensata anche per il ciclismo ma, fino ad ora, nessuno l’aveva mai utilizzata per allenarsi” precisa Cagol.
NON SOLO AGONISMO
Nelle ultime settimane i corridori hanno notato un grande interesse per i propri allenamenti anche da parte dei passanti lungo il marciapiede e la ciclabile appena sopra la struttura: “Soprattutto per i giovani, è importante avere un riferimento vicino a casa e poter vedere altri coetanei che praticano sport. I nostri incontri possono diventare un punto di riferimento, non solo per il quartiere, ma pure per tutti gli interessati”. Ad oggi sono previste due ore alla settimana ma, in futuro, il Centro Pista provvederà a prestabilire alcune giornate di prova rivolte al pubblico.
E sulla qualità della pista, sicuramente non paragonabile ai velodromi tradizionali, Cagol evidenzia: “Personalmente la trovo molto ‘didattica’, ha un manto tenuto bene, ed è una pista corta che consente di imparare velocemente le tecniche per avere un buon controllo della bicicletta – che, ricordiamolo, è sprovvista di freni e cambi – specie mentre si pedala in curva. Ecco perché è importante avere un luogo di questo genere vicino a casa, dove poter provare e riprovare, abituandosi alle peculiarità di questa disciplina. La confidenza con il mezzo e con lo ‘scatto fisso’, la specializzazione nelle diverse fasi delle gare – dalla partenza alle dinamiche di incontro con gli avversari effettuate ad alta velocità – possono essere considerati dei ‘traguardi di competenze’ che uniscono lo sport alla formazione. Un aspetto, quest’ultimo da non sottovalutare. L’avvicinamento al ciclismo – conclude Cagol – possiede un valore in sé a prescindere dalle prestazioni agonistiche.”
Autore: Andrea dalla Serra