Quanto conosciamo l’origine dei nomi delle vie cittadine? A Bolzano siamo abituati a passare con una certa naturalezza dalle vie con nomi tipicamente italiani, presenti in pressoché tutti i comuni della penisola – Piazza (Giuseppe) Verdi, via (Giuseppe) Garibaldi, via (Guglielmo) Marconi, via (Francesco) Crispi – alle vie ispirate alla storia locale e ai suoi personaggi.
Tra queste ultime possiamo notare che, anche a Bolzano, come in quasi tutte le città germanofone, abbiamo la nostra Via (Johann Wolfgang von) Goethe, non ultimo in quanto il sommo poeta tedesco soggiornò nell’albergo “zur Sonne” in Piazza Erbe nel settembre del 1786, a pochi metri dalla via a lui intitolata.
è invece indubbiamente più legata alla storia locale la Via Andreas Hofer, dedicata al locandiere della Val Passiria che divenne guerrigliere e guidò le milizie di insorti tirolesi accanto all’Impero austriaco contro francesi e bavaresi ad inizio ‘800, assurto nei decenni e secoli a venire ad eroe nazionale tirolese.
Se escludiamo Piazza Walther von der Vogelweide, dedicata al più significativo poeta di lingua tedesca del Medioevo, del quale c’è una ipotesi che sia nato su territorio sudtirolese, le principali vie e piazze del centro sono legate alla storia cittadina. Così ad esempio Via Portici, il nucleo storico cittadino, simbolo della vocazione commerciale della città che fiorì nel ‘700 grazie al suo Magistrato mercantile, il tribunale commerciale, fortemente voluto dall’Arciduchessa del Tirolo Claudia De’ Medici. A lei è dedicata la via che porta a Castel Mareccio da via Vanga, quest’ultima intitolata alla potente famiglia nobile von Wangen, che con il suo Castel Roncolo rientrava nella sfera d’influenza politica del vescovo di Trento ai tempi della fondazione della città di Bolzano. Ricorda quel tempo anche Piazza del Grano che era il cuore del borgo medievale.
Le vie Conciapelli, Bottai e Argentieri, rimandano alle corporazioni degli artigiani che dal medioevo in poi si svilupparono in città. Stesso discorso per la via dei Carrettai, che solo nel 1901 fu intitolata al Dr. Josef Streiter, che dal 1861 al 1870 fu borgomastro di Bolzano. A lui si deve l’introduzione in città dell’illuminazione stradale a gas, che di per sé non rappresentava una novità assoluta nel 1861, ma che a Bolzano, segnò l’ingresso in una nuova era e offrì al sindaco nazional-liberale l’opportunità di contrapporre la luce, intesa anche come simbolo di libertà e progresso, all’oscurantismo clericale del tempo.
Sempre ad un importante sindaco è intitolata la via che più di altre soffre la vicinanza dell’imponente cantiere del Waltherpark: Julius Perathoner è stato il più longevo ed importante borgomastro di Bolzano – per 27 anni, dal 1895 al 1922 – l’ultimo di lingua tedesca. La sua gestione viene ricordata come “era Perathoner” caratterizzata dalla decisa svolta modernizzatrice che seppe imprimere dopo la perdita dei privilegi mercantili a causa di Napoleone. Egli diede un enorme impulso al turismo e all’urbanistica. Nell’era Perathoner vennero costruite importanti opere pubbliche come il nuovo Municipio, il Museo civico e il Teatro (quest’ultimo distrutto dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale), e realizzati importanti collegamenti fra Bolzano e l’allora località di cura Gries, grazie all’edificazione di nuovi ponti e del tram, e fra Bolzano e i monti circostanti con la costruzione della cremagliera del Renon, della funivia del Colle nel 1908 (la prima al mondo per il trasporto di persone) e la funicolare del Virgolo.
Autore: Till Antonio Mola