In città siamo abituati a pensare gli orti urbani in stretta connessione con la terza età. Ma in realtà ci sono molti giovani che gradirebbero fare questa importante esperienza di contatto con la terra e la natura anche nel contesto cittadino. Forse nel prossimo futuro qualcosa si potrà muovere, a Bolzano, in questo senso.
Un luogo di incontro, di dialogo, di scambio di opinioni. Un ambiente finalizzato, tra le altre cose, a contrastare l’isolamento sociale, specie dopo i duri e diversi lockdown.
All’interno degli orti comunali non si curano solo le proprie verdure, ma si coltivano relazioni. Inoltre, i campi che vengono assegnati alle associazioni come, ad esempio quello presente alle Semiruarali, consentono scambi culturali e progetti di integrazione. Ci sono poi quelli riservati alle persone disabili, il 3% della totalità disponibile, mentre, la fetta maggiore, va agli over 60 – questa l’età minima per fare domanda. Tra gli altri requisiti, che forniscono punti in graduatoria e offrono così maggior possibilità di vedersi assegnata la gestione di un orto comunale – ci sono: 1 punto per ogni anno di anzianità (fino a un massimo di 15, pari a 75 anni), la fascia di reddito e la vicinanza della propria abitazione al terreno richiesto. Per garantire una ciclicità nell’assegnazione, la durata massima della concessione è di 9 anni, il costo annuale, invece, di 42 euro.
FARE SPAZIO AI GIOVANI
In queste settimane il Consiglio Comunale sta discutendo la proposta di aggiungere ulteriori punti in graduatoria a coloro che hanno la residenza a Bolzano. In questo quadro Matthias Cologna, 29 anni, studente di dottorato in economia e consigliere comunale, si pone un’altra domanda strettamente collegata al tema, ma separata dalla mozione in discussione: “ha senso mantenere l’età minima a 60 anni?”.
“Prima di affrontare la mia proposta, vorrei fosse chiaro che il mio non è un invito a uno ‘scontro generazionale’, al contrario penso invece che serva equità tra i cittadini più giovani e i più anziani. Ad oggi – dice il consigliere Cologna – non solo si escludono a priori gli individui sotto i 60 anni, ma si fornisce un punteggio maggiore all’aumentare dell’età. L’orto nasce come punto di aggregazione per le persone anziane, ma credo sia bello allargare la proposta a tutti, non escludendo nessuno. Bolzano è una città già molto divisa, l’idea che sta alla base degli orti è propositiva e può contribuire a far nascere nuove relazioni tra i cittadini.”
ORTI URBANI E CONTATTO CON LA LATURA
Che la coltivazione dei campi non interessi solo alle persone più anziane, lo si è capito anche da altri Comuni d’Italia che, recentemente, hanno dato ai più giovani questa occasione. A livello locale, gli studenti dell’Università di Bolzano hanno allestito dei grandi vasi consentendo la creazione di piccoli giardini urbani. “Questo è certamente un modello accattivante che fa capire quanto anche i giovani possano avere un interesse in ambito agrario. I tempi cambiano – spiega Cologna – e il desiderio di avere un contatto diretto con la natura è un fenomeno sempre più frequente.” Concludendo, Cologna afferma: “Gli spazi non sono molti quindi, di pari passo con la mia proposta, spero aumenti anche l’impegno dell’Amministrazione ad ampliarli”.
Autore: Andrea Dalla Serra