Andiamo alla scoperta di uno dei luoghi più singolari della città di Bolzano. Ripercorriamo la genesi e poi – soprattutto – la riconversione del bunker di via Fago in uno spazio orginale ed esclusivo per le espressioni artistiche. Nel bunker H nel 2019 sono state anche effettuate alcune riprese con la star hollywoodiana William Defoe.
In via Fago, a pochi passi dal centro della città, c’è un luogo che può essere considerato un piccolo gioiello urbanistico che racchiude in sé storia, geologia, arte e mistero. Ed è forse quest’ultimo aspetto quello più affascinante. Perché in molti da ragazzini, almeno una volta, si sono ritrovati di fronte al cancelletto d’ingresso del famoso bunker al civico 14. Un vero e proprio labirinto di sette mila metri quadrati che si snoda dentro alla montagna del Guncina, fatto di corridoi profondi e silenziosi, modellati nel tempo dalla roccia lavica, e che veniva utilizzato come terreno su cui testare il proprio coraggio in sfide spavalde tra amici. Un “sottomondo” da esplorare, costruito in maniera artificiale dai soldati tedeschi nel 1943 durante la Seconda guerra mondiale. Gli scavi infatti sono stati condotti tramite l’uso di candelotti di dinamite che hanno disintegrato la roccia al fine di realizzare un rifugio antiaereo. Dopo essere stato utilizzato anche dall’esercito italiano, è rimasto per molti anni abbandonato finché è stato preso in gestione dalla Cooperativa Talia nel lontano 2013. “Quando lo abbiamo rilevato era in condizioni disastrose. C’erano oggetti bruciati, scritte lungo i muri, materiale per le messe nere. Ma sin da subito abbiamo capito il potenziale di questo luogo e abbiamo provato a convertirlo a favore della città e dei cittadini”, spiega Gino Bombonato, presidente della cooperativa. È così che è iniziato un faticoso lavoro di recupero: “Dopo aver esplorato l’intero bunker lo abbiamo sistemato per poterlo aprire al pubblico e alle visite guidate. Non abbiamo voluto toccare tutto però”, racconta Bombonato, riferendosi a delle particolari aree in cui nel tempo l’azione di Madre Natura ha permesso la formazione di stalattiti, stalagmiti e cascate calcaree che i gestori vogliono preservare dall’intervento dell’uomo. Così come il laghetto, che appare e scompare per uno strano fenomeno naturale senza spiegazione: “Un giorno è pieno d’acqua e quello dopo è prosciugato. E raggiunge fino al metro di profondità”, ci dice Bombonato abbozzando un sorriso.
Perché il Bunker H, così ora denominato, è questo: un posto incredibile, ma ancora poco vissuto dai bolzanini. Per questo la cooperativa hanno deciso di affidarsi alla cultura e all’arte per attirare al suo interno giovani ed appassionati. E attraversando il cosiddetto “corridoio a U” non si può che rimanere a bocca aperta. Quindici murales e graffiti creati dall’estro di diversi street-artists accompagnano il cammino verso nuovi spazi da scoprire: “Il bunker si è trasformato in una galleria d’arte. Le opere al suo interno seguono due filoni: uno classico dedicato ai miti greco-romani e uno ai miti norreni. Sono capolavori prodotti da artisti giunti a Bolzano da tutta Italia”, prosegue Bombonato. Ma in quelle sale – dove è così facile perdersi – la cooperativa organizza anche concerti, eventi di teatro, riunioni e set cinematografici. Nel 2019 il regista Abel Ferrara ha scelto il bunker come location per alcune riprese del suo film “Siberia”, con il celebre attore Willem Dafoe come protagonista. Recentemente è stato aperto il bando “Bunker Clip” per dare la possibilità a videomaker e musicisti di realizzare un video nella location di via Fago. I vincitori verranno svelati durante la serata conclusiva del progetto che si svolgerà ad aprile. Dentro al bunker, ovviamente.
Autore: Alexander Ginestous
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