Lungo il Talvera una lapide ricorda Rocco Edoardo Nardo, il giovane operaio amato dai suoi colleghi che si prendeva cura delle piante della passeggiata di Sant’Antonio. Nardo è scomparso tragicamente a soli 25 anni nel 1998. Ma il suo volto e il suo sorriso sono tuttora impressi nella memoria dei suoi ex colleghi giardinieri.
Percorrendo le Passeggiate del Talvera in direzione di Ponte S. Antonio, appena passato il piazzale delle feste, in corrispondenza di vicolo Sabbia, c’è quella che comunemente viene chiamata la “casa del giardiniere”. Un tempo la struttura ospitava anche i bagni pubblici, ma da diverso tempo ormai, non è che un deposito materiali della Giardineria comunale. Osservando l’edificio, un dettaglio che salta all’occhio di quanti ci passano davanti, è la targa in ricordo di Rocco Eduardo Nardo, il “giardiniere della passeggiata“, scomparso il 15 luglio del 1998 all’età di soli 24 anni.
Il volto di Rocco sulla foto, ci ha spinto ad indagare un po’ per associare una storia a quel sorriso. Abbiamo contattato i suoi colleghi di allora a cui dobbiamo anche lafoto utilizzate per questo servizio.
Tutti conservano il ricordo di un giovane promettente e di compagnia. Sono stati loro ad avere l’idea di dedicargli la targa, visto che quella struttura era la sua base operativa. “Rocco è stato assunto nel gruppo del 1995. Io avevo preso servizio un po’ prima, nel 1992”, ci racconta Katia Zanoner. “Era assegnato alla zona passeggiate del Talvera e S. Antonio. Faceva parte del gruppo dei giovani che erano arrivati con il concorso: un bel ragazzo molto socievole e di compagnia. Noi che siamo ancora in servizio e che più di vent’anni fa abbiamo lavorato con lui, ne conserviamo ad oggi un caro ricordo, soprattutto per il tempo trascorso insieme al di fuori dell’orario di lavoro. Ci si trovava la sera e si andava insieme a ballare. Eravamo in 6-7, avevano fatto gruppo, tutti arrivati da poco e lui era dei nostri. Avevamo tutti tra i 20 ed i 25 anni e oggi, dopo quasi 30 anni insieme, siamo ancora molto legati tra noi. Pensi che i colleghi più anziani sono ormai prossimi alla pensione.”
Il collega Daniele Ravagnani lo ricorda così: “Di lui posso solo dire che era giovane, ma aveva una certa maturità. Potevamo già dargli fiducia come operaio, affidandogli qualche responsabilità. Era un ragazzo molto promettente. Ricordo che era anche molto socievole”.
Michelangelo Pegoraro, un ex collega oggi in pensione, così ricorda: “Abbiamo lavorato insieme nelle vigne di Castel Roncolo, che il Comune di Bolzano possedeva o aveva in gestione fino alla giunta Spagnolli. Tra le mansioni della giardineria, c’era quella di occuparci anche della vendemmia.”
“Ho inoltre un bellissimo ricordo di una trasferta di lavoro fatta insieme a lui, per la manifestazione Cervia in Fiore. È stata quella la prima volta che abbiamo partecipato come giardineria. Sono state giornate intense e ricordo che, per tre giorni, abbiamo lavorato dalla mattina alla sera, a volte illuminati solo dalla luce dei fari della macchina. Come dire, stanchi ma soddisfatti e felici.”
La cronaca dell’epoca riporta che Rocco, rientrando a casa dopo il lavoro alle passeggiate di S. Antonio, lungo via Sarentino, perse il controllo della sua auto, terminando tragicamente la sua corsa uscendo di strada per schiantarsi nella giardineria sottostante.
Autore: Till Antonio Mola