Uno scambio reciproco di tempo libero, che permette di donare e ricevere favori, socializzare e ampliare la propria rete di conoscenze e amicizie. Tradotto: un’ora di lezione al computer in cambio di una gustosa nuova ricetta. Oppure un aiuto nei lavoretti di giardinaggio ricambiato con un bel giro alla scoperta della Bolzano nascosta. D’altronde il senso della Banca del Tempo di Bolzano, l’associazione bolzanina con sede nel quartiere Gries-San Quirino, è proprio questo: mettere a disposizione le proprie capacità ricevendo dagli altri ciò di cui abbiamo bisogno. E senza alcun tipo di differenza sociale o professionale: il tempo messo a disposizione ha lo stesso valore tra tutti gli associati. Poco importa se si tratta di un ingegnere o di una casalinga. Quello che conta è offrire le proprie competenze per essere d’aiuto ad altre persone.
Un sistema vincente che ha da poco festeggiato i vent’anni di attività con un incontro celebrativo al quale hanno partecipato diverse cariche politiche come il sindaco Renzo Caramaschi o l’assessore Angelo Gennaccaro. Come a voler sottolineare che anche la politica ha compreso l’importanza sociale del lavoro che l’associazione svolge ogni giorno e che, come dice il nome, opera come un vero e proprio istituto di credito. Registrandosi alla Banca del Tempo si riceveranno un conto corrente e un libretto degli assegni dove, al posto dei soldi, la valuta utilizzata è il tempo. Inoltre si riceverà anche una lista di tutti i soci e delle richieste e offerte di attività in quel momento.
“Siamo partiti nel 2001 che eravamo soltanto nove soci, ora siamo più di settanta”, precisa la presidentessa Giuliana Biasio. L’attenzione è ora riposta sul ricambio generazionale. L’età media degli iscritti supera infatti i 60 anni, e per questo l’associazione sta aprendo le porte ai più giovani e alle loro preziose conoscenze, importanti per i più anziani alle prese con i piccoli problemi quotidiani. Un modo, questo, per permettere un incontro tra generazioni diverse, favorendo quei rapporti che la pandemia ha inevitabilmente bloccato. Sono numerosi, infatti, i progetti e gli incontri che sono stati annullati a causa del Covid-19. Come raccontato dall’associazione, gli incontri tra i soci si sono dimezzati da un anno e mezzo a questa parte, anche per via di una comprensibile paura di contagiarsi. Ma al contrario sono emersi grandi valori di solidarietà tra gli iscritti: una telefonata, un regalo o una parola di conforto nei momenti più difficili non è mai stata negata da nessuno. Un piccolo ecosistema sociale che valorizza a pieno il sapere delle persone.
Autore: Alexander Ginestous