È iniziato tutto quasi 45 anni fa, nel 1977, quando, spinti dal desiderio di aiutare il prossimo nei luoghi più poveri del mondo, i membri del Gruppo Missionario di Regina Pacis hanno dato il via alle proprie attività di aiuti cooperando con i missionari del Brasile, in particolare quelli di San Paolo. Ma recentemente una buona parte dell’attività si è spostata in Africa, come racconta Gianfranco Ferro.
“Per i primi 30 anni – racconta Gianfranco Ferro, che è da sempre il cuore del gruppo missionario – abbiamo lavorato esclusivamente Brasile dove, ad eccezione degli ultimi anni della dittatura militare brasiliana, c’è sempre stato un clima di pace. Successivamente siamo entrati in contatto con alcune realtà in Perù, in Timor Est – un’isola nel sudest asiatico – in Kenya e in Tanzania. Negli ultimi anni ci siamo concentrati in modo particolare in questi ultimi due Stati, anche perché qui non si percepiscono forti tensioni tra gli abitanti e, fortunatamente, c’è pace. Dove ci sono guerre è davvero molto difficile lavorare.”
Avete avuto modo di far visita in Tanzania? Quali sono le esigenze a cui andate incontro?
“Personalmente, durante i miei 4 viaggi in Tanzania – il primo nel 2011 e l’ultimo nel 2019 – ho potuto girarla tutta, e ho percepito, fin da subito, le maggiori problematiche presenti. Qui – spiega Ferro – vi è carenza di acqua potabile, di scuole e di ospedali. Sono queste le cose più importanti su cui ci concentriamo, in quanto, in primo luogo, per trovare acqua potabile è necessario scavare due o trecento metri – da qui l’esigenza di costruire pozzi – in un secondo, la presenza di scuole e ospedali è di vitale importanza. A questi si aggiunge la necessità di avere energia nei villaggi, che stiamo colmando con il rifacimento di una centrale idroelettrica.”
Ai vostri viaggi in Tanzania hanno preso parte anche alcuni bolzanini? E, ultimamente, quanto ha influito il lockdown con il mantenimento dei contatti con i missionari?
“Sono stati diversi i bolzanini che si sono recati in Tanzania per vedere i nostri progetti. Negli anni abbiamo conosciuto numerosi missionari locali e abbiamo potuto ospitarli anche qui a Bolzano. Ora sono diversi anni che non ci si vede, ma rimane, da parte nostra, l’entusiasmo di aiutare e, dalla gente, l’esigenza di essere aiutata. Per quanto riguarda le condizioni di vita provocate dalla pandemia, invece, sappiamo che nei villaggi e nelle campagne la vita ha ripreso ad essere quasi come quella di prima, a differenza delle grandi città dove la situazione è differente.”
In questi ultimi 10 anni, ha potuto vedere dei cambiamento concreti?
“Rispetto al primo viaggio, ho visto dei miglioramenti sia sul piano di aiuti arrivati, sia su quello territoriale. Ora ci sono strade e strutture che 10 anni fa non c’erano. Lo stato si sta sviluppando. E questo grazie agli aiuti internazionali, nati dal fatto che la Tanzania ha grandi risorse minerali, e quindi è un territorio ambito. Questo è stato percepito bene dalla popolazione, perché ha portato posti di lavoro e ha permesso di integrarla in un contesto lavorativo” ha concluso Ferro.
Autore: Andrea Dalla Serra