Gli animali selvatici a Bolzano

Attualità | 25/11/2021

Dopo gli uccelli, ecco la seconda tappa del nostro percorso alla scoperta degli animali selvatici a Bolzano. Con l’aiuto del presidente di WWF Bolzano Roberto Maistri, descriviamo dunque gioie e dolori della fauna con la quale conviviamo nel capoluogo altoatesino.

Il dialogo con il presidente del WWF Roberto Maistri parte da un concetto di fondo, tanto interessante quanto per nulla scontato, ovvero la differenza che esiste tra essere protezionisti e animalisti. Ebbene: ai protezionisti – ovvero ai volontari del WWF – interessa la biodiversità e la tutela degli habitat. Per loro quindi non è importante la salvaguardia del singolo animale, bensì della specie ed è proprio in questo che sta la grande differenza rispetto agli animalisti. Un esempio classico della contrapposizione tra protezionisti e animalisti sta nel rapporto che il WWF ha con le “gattare”, le signore che – anche a Bolzano – si prendono cura a loro modo dei gatti “randagi”. Per i protezionisti la sterilizzazione promossa da queste signore ad esempio è un vero e proprio controsenso, che priva gli animali della loro caratteristica peculiare, avvicinandoli all’uomo, l’unico essere vivente che sceglie, spesso, di non procreare. Maistri ricorda infatti che nel mondo animale la specie sacrifica tranquillamente gli individui meno adatti, pur di perpetuarsi.

LA CITTA’: UN AMBIENTE DEGRATATO
In città a Bolzano si trovano solo gli animali selvatici che hanno la maggiore capacità di adattamento.
E anche nei piccoli parchi del capoluogo sono pochi gli animali che possiamo incontrare. Uno dei motivi di questa scarsa presenza sta nel fatto che anche ai bordi della città il verde agricolo è costituito quasi esclusivamente da meleti dove viene fatto un ampio uso di anticrittogamici e pesticidi. L’ambiente naturale è quindi relegato a piccole zone che si trovano lungo gli assi fluviali.
Per la presenza di animali selvatici un altro problema a Bolzano è rappresentato dal fatto che le aree agricole sono quasi tutte recintate, impedendo il passaggio non solo agli umani ma anche a piccoli animali, come lepri e ad esempio i rospi, anfibi terricoli che vivono la gran parte dell’anno nutrendosi di vermi e lumache. Negli ultimi decenni dal contesto urbano sono scomparse anche molte specie, soprattutto di uccelli, che invece avevano a lungo vissuto in città grazie alla presenza di numerosi edifici dotati di orti e giardini, come ad esempio avveniva alle vecchie Semirurali.

Una volpe in città durante una nevicata, sotto a un lampione

L’INTERVISTA
Partiamo dagli animali che siamo abituati a considerare più “vicini” a noi. Com’è la situazione dei cani randagi e dei gatti a Bolzano e in Alto Adige?
I cani randagi sono molto pochi, niente di paragonabile a quanto avviene in altre zone d’Italia, dove il randagismo è una vera piaga. I gatti ci sono, eccome. Dobbiamo ricordare che il gatto è un animale per il quale l’uomo ha operato un addomesticamento molto blando. Si è trattato di una scelta: l’uomo si è avvicinato a questi animali in quanto grandi predatori dei topi. 

I topi ci sono anche a Bolzano? Non ne vediamo molti, in giro…
Sì, ci sono specie sia vecchie che nuove. Ci sono il topolino domestico, quello dei campi e le arvicole. Ma in città e nei pressi di essa troviamo soprattutto la classica pantegana, che in realtà si chiama rattus norvegicus. È un “invasore” proveniente dal nord, fino all’800 non c’era da noi. Si tratta di un ottimo nuotatore, vive nelle fogne e lungo i fiumi. L’altro topo presente è il ratto nero delle case, che è presente da secoli. Per dire: è quello che ha portato la peste e che troviamo nel racconto del Manzoni. Pur presente, il ratto nero è stato quasi soppiantato dalla pantegana, molto più aggressiva e più grossa. Mentre la pantegana si muove a terra, in acqua e sotto terra, il ratto nero vive in soffitta ed è anche in grado di camminare sui fili della luce. La pantegana a Bolzano la si può intravvedere ad esempio nell’Isarco, quando si passa sopra ai ponti. 

Uno scoiattolo

Poi ci sono i pippistrelli, che volano ma non sono uccelli. 
Sì, i chirotteri. Sono mammiferi insettivori che hanno sviluppato il volo. Sono degli animali incredibili, sono dotati di un sistema di geolocalizzazione, una sorta di radar, che consente loro di muoversi e cacciare nel buio più assoluto. Hanno un sistema acrobatico di volo che permette cambi direzionali impossibili anche per gli uccelli.

Le persone tendono ad avere un po’ paura di questi animali. Sono in qualche modo pericolosi?
No, in nessun modo. Conducono una vita molto particolare e amano la città a causa di uno dei motivi principali che conducono le specie animali al loro inurbamento. Oltre alla presenza del cibo – e alla tolleranza da parte dell’uomo – per i pippistrelli fondamentale è la presenza di luoghi dove riprodursi. Cercano vecchi manufatti ma non solo, anche sottotetti. Devono essere, soprattutto, luoghi in qualche modo riscaldati. è infatti più facile svernare dentro il tetto di un condominio che tra le rocce dei porfidi in Val d’Adige. Ricercano una condizione climatica sopra lo zero, in pratica. Certo vivere accanto all’uomo in un ambiente inquinato e fortemente degradato non è facile. E infatti ne pagano le conseguenze, attraverso una maggiore mortalità e una minore aspettativa di vita. Com’è anche per noi umani, d’altronde.

Un riccio

Passiamo alle faine, ai ghiri e ai ricci.
La faina ha una adattabilità incredibile, per questo è entrata in città. è un mustelide nato come predatore classico di piccoli uccelli e roditori. In città si trova benissimo dato che l’uomo butta via una quantità incredibile di prodotti commestibili per lui, figurarsi per una faina. Le faine si divino il territorio in città. Ognuna marca una zona e la difende dalle altre faine. Le faine fanno festa anche quando trovano il cibo che le gattare mettono a disposizione dei gatti randagi. Si è addirittura scoperto che, oggi, il successo riproduttivo della faina è superiore in città rispetto a fuori. Il ghiro è un altro roditore super adattabile. L’unica sua pecca è che ha bisogno di una cavità. A lui piacciono molto i sottotetti e se si infilano lì poi disturbano facendo un sacco di rumore, soprattutto di notte. Anche loro sono molto eclettici nell’alimentazione, ma tendono a stare ai margini della città. I ricci poi sono una vera e propria opera d’arte. Vivono tranquillamente in città e anche loro apprezzano il latte e i croccantini nelle ciotole dei gatti. Trovano le loro nicchie per nidificare e vivono benissimo. E quando attraversano le strade spesso non si appallottolano neanche più: corrono!

Un rospo in mezzo al muschio

Cinghiali. A Roma entrano anche in città. E a Bolzano? 
Da noi no. Ancora ai tempi di Durnwalder si decise che il cinghiale non fa parte della fauna locale e allora il ritorno di questo animale viene impedito alla radice. Appena li vedono li… ammazzano. Ma non penso che basterà, se consideriamo quello che sta avvenendo in altre regioni. Hanno un tasso riproduttivo e una mobilità talmente alti, che bloccarli è quasi impossibile, quando prolificano. 

Volpi, scoiattoli e serpenti. 
Le volpi in città sono state osservate più volte, specie nella zona di san Maurizio. è un altro animale molto adattabile e, naturalmente, opportunista, come ben sappiamo. Gli scoiattoli a Bolzano non ci sono, mentre a Merano si possono tranquillamente incontrare anche in città. Hanno bisogno infatti di alberi ad alto fusto e una alberatura stradale molto più folta, per saltare da un albero all’altro. I serpenti invece sono molto rari. In giro si possono intravvedere solo qualche biscia e qualche biacco. 

Autore: Luca Sticcotti

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