Cancelliamo per un attimo dalla mente l’immagine tradizionale dello chef confinato dietro ai soliti fornelli e dentro alle quattro mura di una cucina; immaginiamo invece un cuoco “freelancer”, che decide quando, dove, con che stile cucinare e per chi: ecco che ci compare davanti agli occhi l’immagine di Giorgio Biasio, 31 anni, cuoco professionista, una persona con uno spiccato gusto per l’innovazione e tanta fame di cucina.
La cucina è sempre stata una seconda casa per Giorgio, che è cresciuto correndo nel ristorante del padre e assaporando il gusto casereccio dei piatti della nonna. È solo nel 2017, però, che decide di scommettere su questa sua passione e su se stesso, diventando cuoco. “Inizialmente mi occupavo di tutt’altro, poi tramite alcuni amici ho ricevuto la classica ‘offerta che non si può rifiutare’, e da allora è cominciato il mio percorso”. Certo un percorso che ha previsto svariate tappe, infatti è stato gastronomo, ha lavorato occasionalmente per alcune aziende, ha partecipato a svariati corsi culinari: insomma, l’inevitabile gavetta.
Oggi Giorgio è un professionista che lavora soprattutto come cuoco privato, ma che viene spesso chiamato anche per partnership, che siano per la sponsorizzazione di un prodotto, o per una collaborazione più a lungo termine. Ma per lo più, Giorgio è uno chef a domicilio. Come funziona? Viene contattato direttamente da privati per cucinare nelle loro case, un menù condiviso per un’esperienza condivisa. Un’idea innovativa che sta prendendo piede in tantissime città.
Per realizzare i suoi progetti ha scelto di non cercare fortuna altrove, ma di rimanere nella sua Bolzano, nel quartiere Don Bosco dove ha sempre vissuto. “Per me qua è sempre casa, sono rimasto perché credo nella città: se hai voglia di fare e di metterti in gioco, offre tanto”. E questo sia a livello gastronomico, sia a livello di occasioni lavorative. Per crescere e raggiungere più fruitori possibili, privati o aziende, i social rappresentano un grande incentivo, difatti è proprio dalla suo pagina Instagram che ha iniziato a far conoscere, condividendo, le sue ricette. Il metodo più efficace però, sostiene, è sicuramente il vecchio passaparola, che gli procura la gran parte dei suoi impieghi come cuoco privato, in cui si può dire porti i suoi piatti fuori dallo schermo, direttamente sotto il naso dei clienti.
Quando gli viene chiesto se anche nella cucina di casa sua rimanga incorruttibilmente chef o preferisca qualcosa di più rilassato, ride: “Dipende, sono amante del toast e della piadina, non me ne vergogno. Altre volte sperimento piatti più elaborati”. Riesce dunque a mantenere un rapporto decisamente invidiabile con il suo lavoro, rincasando ancora entusiasta di tornare alle prese con pentole e fornelli. La sua è una concezione personale e innovativa della più tradizionale delle arti, la cucina. L’idea di renderla in un certo senso itinerante, che da molti potrebbe essere visto come motivo di instabilità, è invece la chiave, per Giorgio, per mantenere il lavoro stimolante, e in questo modo continuare a custodire il suo amore per la cucina, intesa come momento di convivialità.
Autrice: Federica Crisconio COOLtour