Qui Intervista a Alessandro Gatti, designer, esperto di branding e comunicazione. Gatti vive a Fiè alla Sciliar; si è formato alla Scuola del libro di Urbino e all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove ha studiato con Emilio Vedova e Ennio Chiggio. A Bolzano ha cofondato lo studio Doc, di cui è il direttore creativo. Fra i suoi progetti più interessanti va ricordata l’installazione multimediale permanente di piazza Magnago a Bolzano intitolata “Autonomiae”.
La cosa che mi piace di me.
Che sono curioso.
Il mio principale difetto.
Dopo un po’ mi annoio.
Il mio momento più felice.
Quando è nata Sara. Mia figlia.
La persona che ammiro.
Sonia, la mia compagna, perché è sempre felice.
Un libro sull’isola deserta.
Due. Antonio Tabucchi “Notturno indiano” e “Di chi sono le case vuote?” di Ettore Sottsass.
La mia occupazione preferita.
Essere occupato.
Il paese dove vorrei vivere.
Piuttosto una città: Berlino, che è come un paese. Sto bene quando sono lì.
Il mio piatto preferito.
Tagliatelle fatte in casa. Sono marchigiano!
Non sopporto…
La maleducazione, l’ingiustizia, la violenza e chi vuol fare la guerra.
Per un giorno vorrei essere.
Lenny Kravitz.
La mia paura maggiore.
Annoiarmi.
Nel mio frigo non mancano mai.
Il lievito e le bollicine.
Mi sono sentito orgoglioso quando…
…è uscita una pizza perfetta dal forno a legna.
Il mio motto.
Evvai!
Il giocattolo che ho amato di più.
Il Lego.
Il mio poeta preferito.
Ungaretti.
I miei pittori preferiti.
Jannis Kounellis, perché in fondo era un grande pittore. Pino Pascali, sorprendente. Enzo Cucchi, visionario. Sigmar Polke, meraviglioso. Katharina Grosse, colore.
Il dono di natura che vorrei.
Adattarmi.
Dico bugie solo…
In palestra.
Dove mi vedo fra dieci anni
In giro.
La mia musica preferita.
Quella di Peggy Gou.
Il colore che preferisco.
Oltremare.
Da bambino sognavo…
…a occhi aperti. E poi disegnavo. Forse mi è sempre piaciuto fare il designer.
Autrice: Rosanna Pruccoli