Prosegue la serie di articoli riguardanti il progetto “Sente-mente comunità amiche”, che approfondiscono il tema della demenza. “Tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione” – Paulo Coelho.
Sappiamo bene com’è facile dimenticare. Andiamo a fare la spesa senza la lista e solo a casa ci rendiamo conto di non aver acquistato proprio “l’ingrediente indispensabile”. Abbiamo un appuntamento con un amico, il tempo ci sfugge e all’improvviso ci rendiamo conto che l’orario è passato.
Così com’e facile dimenticare fatti e informazioni, anche i nostri propositi spesso subiscono lo stesso destino. Quante volte ci siamo detti: da domani smetto di fumare, da lunedì inizio la dieta, voglio comportarmi in modo diverso ecc. La vita travolge e spesso la fretta soffoca nelle sue spire anche le più buone intenzioni. Nel “traffico di vita quotidiana” la routine spesso scandisce il nostro tempo e nello spazio residuo la stanchezza prende il sopravvento allontanandoci dai nostri propositi per lasciare spazio alle numerose attività che inevitabilmente riempiono le nostre giornate. Al mattino accendiamo il pilota automatico che ci rende super efficienti e ci lasciamo condurre da esso per tutta la giornata, per ricominciare daccapo il giorno successivo.
Ma se le varie attività possono diventare facilmente una consuetudine, c’è una cosa che dovrebbe sempre rimanere svincolata dalla routine, la relazione con gli altri. Le persone che vivono con la demenza sono dei grandi maestri a riguardo. Se ti prendi cura di una persona che vive con una diagnosi di demenza sai bene quanto sia necessario continuare a nutrire la relazione attraverso sguardi, gesti e parole consapevoli. Gesti sbrigativi, risposte standard, toni irritati figli di una routine congestionata, portano la persona che vive con demenza, ad uno stato di reattività che si esprime attraverso comportamenti definiti dalla medicina ufficiale “disturbi del comportamento” ma che altro non sono che risposte ad una situazione ambientale poco favorevole. Abbiamo quindi bisogno di mantenere viva l’attenzione alla relazione, abbiamo bisogno di “tracce” che ravvivino il nostro proposito di continuare a coltivare e avere cura della relazione con il nostro caro, per non dimenticarcene.
Le panchine arancioni vogliono essere proprio questo, tracce disseminate sul territorio, post-it sociali che, attraverso il loro messaggio ci riconducano li, al cuore della nostra relazione con la persona di cui ci prendiamo cura.
Dopo Bronzolo, anche a Vadena tre panchine ci ricorderanno l’impegno sociale assunto dai due Comuni che con l’adesione al Sente-mente®Project, intendono contribuire affinché si sviluppi una trasformazione culturale nei confronti della demenza.
Passeggiando dalla Caserma dei vigili del Fuoco di Vadena in direzione Mover, incontrerai anche tu queste “panchine parlanti”. Ecco le tracce di trasform-azione di Vadena:
“È il modo in cui pensi a me che deve cambiare”
È dai nostri pensieri che inizia il cambiamento. I nostri pensieri sono il terreno dove possono germogliare erbacce da estirpare o fiori da ammirare. A noi la scelta. Cosa penso della persona che vive con la demenza? Credo che sia ancora possibile continuare a vivere una relazione con lei? Penso che ci sia un linguaggio nuovo che posso imparare affinché io possa continuare ad incontrarla?
“Voglio ancora essere felice”
Le persone con demenza non hanno solo bisogni fisiologici da soddisfare come mangiare e dormire, ma alla pari di ogni essere umano continuano ad avere desideri, sogni da realizzare. Continuano ad inseguire la felicità. Come posso creare per te momenti di benessere?
Vogliamo essere una comunità che oltre ad erogare servizi sia in grado di andare incontro ai desideri della parte più fragile della cittadinanza? Il desiderio di socialità ad esempio..
“Voglio un mondo libero dal tuo pregiudizio”
Un grande desiderio di chi vive con la demenza è sentirsi accolto e riconosciuto come persona aldilà della malattia. Il pregiudizio condiziona enormemente la relazione…come posso mantenere la mia attenzione sul nocciolo vitale presente e pulsante in te anziché sugli inevitabili sintomi di malattia?
L’invito è di sederti per un momento sulle panchine e di lasciarti interrogare da questi messaggi affinché queste tracce di trasformazione sul territorio si concretizzino davvero in gesti quotidiani di accoglienza che a loro volta diventano tracce di dignità.
Autrice: Roberta Lenzi Sente-mente facilitatrice