Giulia Pedron, fotografa di Bolzano, da poco trasferitasi a Bronzolo, ma soprattutto ormai cittadina del mondo, inizia a viaggiare già al liceo scoprendo la passione per il viaggio e per la fotografia. Viaggia alla ricerca di persone e parti del mondo rimaste incontaminate dalla globalizzazione per immortalarle con il suo obiettivo.
Come sono nate le tue passioni per la fotografia e il viaggio? Sono state direttamente proporzionali. Durante l’anno in Inghilterra alle superiori ho iniziato a conoscere un mondo nuovo. All’università ho frequentato il terzo anno a Madrid e ho iniziato ad avere sempre più voglia di conoscere. Per scrivere la tesi di laurea ho passato due mesi in Tanzania. Raccontando la mia esperienza, vedevo che le parole non erano sufficienti per trasmettere ciò che avevo vissuto così ho iniziato ad avvicinarmi alla fotografia pensando che l’immagine mi avrebbe aiutato a esprimerlo. In seguito mi sono iscritta a un master di fotografia a Barcellona e ho iniziato a viaggiare: per alcuni anni sono stata via con lo zaino in spalla. È diventato il mio modo di vivere.
Stai già progettando un nuovo viaggio? Io e il mio compagno avevamo in programma di partire a febbraio. L’anno scorso abbiamo preso un furgone usato con l’idea di partire da Bronzolo per arrivare in Cina seguendo l’antica via della seta. L’itinerario non è ben definito in modo da poter viaggiare con la leggerezza di partire e non sapere cosa succederà.
Ci sono delle tappe che non possono mancare? Ci sono delle tappe tematiche che mi interessano particolarmente lungo la via, tra queste l’Armenia e i Paesi dell’ex Unione Sovietica. Il resto ancora non è ben definito, ma sono convinta che ogni Paese abbia qualcosa di unico da offrire.
La mancanza di una lingua comune è mai stata un problema? Mi è capitato molte volte di trovarmi in posti in cui l’inglese non veniva né parlato né capito, ma in un modo o nell’altro ci siamo sempre compresi.
I tuoi servizi verranno esposti in mostre? Ho realizzato alcune esposizioni sia a Bolzano che a Buenos Aires, dove ho vissuto per quasi due anni. Purtroppo, causa Covid-19, alcune mostre sono state annullate o posticipate. Una di queste, sulla Rotta Balcanica, verrà presentata a giugno alla festa dei popoli.
Quali sono i soggetti e i temi che prediligi? Le minoranze etniche: quando viaggio cerco di creare un contatto anche in modo da riuscire a realizzare i loro ritratti con più autenticità. L’altro tema è quello della denuncia.
I tuoi lavori fotografici sono anche un modo di finanziare i tuoi prossimi viaggi? Sì, durante le esposizioni le foto sono in vendita. Ho un sito internet (giuliapedron.com) in cui si possono vedere i miei lavori, oltre alla pagina Instagram @senza_mappa, dove si possono seguire i nostri viaggi.
La tua famiglia come ha preso la tua scelta di vita? Il fratello di mia nonna era un girovago, è partito quand’era molto giovane e ha vissuto in diversi Paesi come l’India e la Turchia. Penso che un po’ di lui sia arrivato a me. Mia madre è contenta per me perché sa che viaggiare mi rende felice, mentre mio padre vede ancora il viaggio come una vacanza. Fosse per me viaggerei tutta la vita!
Infine: che consigli daresti a persone incuriosite dalla conoscenza del mondo? Partire almeno una volta da soli è il modo migliore per affrontare un’esperienza: ti affidi completamente a te stesso e affili tutti i tuoi sensi. Direi anche di non programmarsi tutto così ogni inaspettata novità sarà un arricchimento personale.
Autrice: Anna Michelazzi COOLtour
Rubriche
Editoriale
Fiducia
Questo numero del giornale giunge mentre la maggior parte di voi è intenta nei preparativi per ce...