Nella vita dell’attuale sindaco di Salorno, Roland Lazzeri, c’è una pagina la cui lettura ha il freddo sotto i piedi e una scopa tra le mani. È la lunga storia di passione per il broomball, sport di squadra praticato sul ghiaccio senza pattini, che per anni ha infiammato i cuori e le gelate invernali della Bassa Atesina, e non solo, tra amicizia, trasferte internazionali, trofei e pure… qualche costume da Spider-Man.
Roland Lazzeri, com’è iniziata per lei l’avventura nel broomball?
Come un po’ per tutti da queste parti, direi. Il broomball è nato proprio qui nella nostra zona, grazie all’iniziativa di don Andrea, l’allora parroco. Era un uomo molto sportivo e, venuto a conoscenza di questo sport che si gioca sul ghiaccio ma senza pattini, ha pensato che potesse essere un’attività accessibile a tutti. Così, con un gruppo di ragazzi del paese, ha investito qualche soldo per comprare le prime attrezzature: scope rudimentali, qualche vecchia soldatella e si è iniziato a giocare. Il campo da tennis dietro la chiesa diventava una pista di ghiaccio d’inverno. Da lì è partito tutto.
Poi è arrivata la squadra…
Sì, pian piano si sono formate le prime squadre anche in Val di Non. A Pochi, nel 1989, è nata l’associazione “Pochi 89”, da cui anche il nome. Io sono entrato in quegli anni, un po’ dopo i fondatori. Nel 1990 giocavamo già i primi tornei e campionati, come il celebre Torneo dei Bar qui a Salorno, dove ogni bar metteva insieme una squadra. Era un evento bellissimo, partecipava tutto il paese.
Una realtà che poi si è evoluta, fino ad arrivare a competere a livello internazionale…
Esatto. Dalle prime scope siamo passati a un’organizzazione più seria. Abbiamo iniziato a comprare attrezzature vere, a crescere come squadra e come società. Nel 1996 siamo andati ai primi Mondiali, a Victoria, in Canada. Ma abbiamo sempre approfittato anche per farci un po’ di vacanza: Los Angeles, Las Vegas, New York, Chicago, St. John’s, Corner Brook… Siamo stati dappertutto, anche in Giappone. E nel 1998 abbiamo persino organizzato un mondiale a Bolzano.
Il movimento è cresciuto anche a livello locale, con giovani e donne coinvolti…
Sì, abbiamo creato un settore giovanile che ha funzionato molto bene per anni. Al culmine, avevamo due maschili in Golden e Silver League, una femminile e una giovanile. Il periodo d’oro è stato dal 2000 al 2020. Purtroppo, oggi il movimento del broomball sta pian piano calando. Le squadre sono sempre meno.
E Roland Lazzeri che ruolo ha avuto in tutto questo?
All’inizio ero un semplice giocatore, poi sono diventato capitano e successivamente presidente della società. Quando sono entrato in politica ho lasciato il ruolo dirigenziale, ma ho continuato a giocare per un po’. Poi, qualche infortunio mi ha fatto smettere del tutto. Ma il broomball mi ha lasciato tantissimo: prima di tutto un gruppo di amici che frequento ancor oggi. Lo sport di squadra ti insegna valori importanti. Poi le trasferte con la squadra sono esperienze che ti restano dentro.
Ci racconta un aneddoto divertente?
Durante un torneo a New York, avevamo l’albergo vicino a Central Park. Una sera, un nostro compagno si è vestito da Spider-Man e abbiamo fatto un po’ di… movimento diciamo, nei corridoi dell’hotel. I vicini di stanza forse si sono divertiti meno, ma per noi è stato indimenticabile. Quando eravamo in campo eravamo serissimi, ma fuori… ci sapevamo divertire.
Tra i tanti riconoscimenti, lei è entrato anche nella Hall of Fame del broomball…
Sì, l’anno scorso in Francia. È stato un grande onore, insieme a Elisa Dallago. Un riconoscimento che premia tanti anni di lavoro, impegno e passione.
Chi erano i protagonisti di questa storia?
La base era composta da ragazzi di Pochi, Cauria e Salorno, ma come tutte le squadre abbiamo avuto anche innesti da fuori: Val di Non, Bolzano, perfino da Egna ogni tanto. La fortuna è stata avere un gruppo di altissimo livello proprio di qui. Anche grazie a loro siamo diventati una delle squadre più titolate del broomball italiano, con numerosi successi anche all’estero.
Un’immagine che si porta nel cuore?
Ce ne sono tante. Ma forse la più simbolica è quella scattata a Losanna, al centro olimpico, durante il torneo 24 ore. Giocavamo a tutte le ore del giorno e della notte, anche alle 3 del mattino con la nebbia d’agosto. Una follia, ma che emozioni! Il broomball è stato davvero una parte importantissima della mia vita.
Autore: Daniele Bebber