I genitori insegnano i bimbi a prendersi prendersi cura di se stessi; ma spesso ci si dimentica che quel “se stessi” non indica solo la propria persona, ma tutto l’ambiente che ci circonda. È con questo spirito che opera “Plastic Free”, ed è con questa filosofia che Ornella Libardoni, referente per Laives, Bronzolo e Vadena del sodalizio ha organizzato assieme al Centro don Bosco tre giorni di sensibilizzazione con i ragazzi più giovani.
Signora Libardoni, come è andato il progetto?
È sempre un piacere incontrare i più giovani; ogni volta resto stupita da quanto si sentono coinvolti e indignati nel vedere quello che viene abbandonato lungo le vie cittadine, soprattutto pacchetti di sigarette e relativi mozziconi, cartacce, scontrini, incarti di caramelle e altre delizie. Nel corso delle tre giornate abbiamo organizzato dei giochi interattivi che simulano gli effetti della pioggia nei tombini: abbiamo mostrato loro che tutto quello che viene gettato in essi arriva al mare, con conseguenze disastrose. E, a proposito di mare, abbiamo anche ricreato una spiaggia con della sabbia piena di microplastica nascosta in profondità quando camminiamo su di essa.
Avete anche organizzato quello che chiamate “clean up”?
Sì: durante il primo giorno abbiamo ripulito il parchetto adiacente al cimitero, dove i giovani hanno trovato i resti di un compleanno con tanto di palloncini scoppiati e abbandonati, e poi abbiamo compiuto una passeggiata ecologica fino al parco giochi di via Marconi, dove abbiamo trovato decine di resti di palloncini a terra, carte di merendine patatine e caramelle, lattine di bibite varie,un ombrello e perfino un pannolino. Nel terzo e ultimo incontro abbiamo coinvolto il gruppo delle classi quarta e quinta presso il centro giovanile don Bosco, e dopo la lezione didattica sul problema della plastica ci siamo fiondati a caccia di oggetti da raccogliere nel tratto di strada Nazionale che va dal semaforo adiacente il centro don Bosco a quello alla Crosara.
Non deve essere stato semplice, considerando anche le temperature…
Non è lo stato, anzi, ma i ragazzi sono stati instancabili nonostante il caldo. Per noi adulti, poi, non è stato uno scherzo: organizzare operazioni simili richiede tanti sacrifici, basti considerare tutto il materiale che portiamo agli incontri, fra attrezzatura e vestiario, che poi deve essere lavato, chiaramente. Costa fatica, è vero, ma la soddisfazione di aver fatto il proprio dovere per aiutare il Pianeta è immensa.
Autore: Luca Masiello